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01 luglio 2016
21 giugno 2016
L'UNIVERSITA' BICOCCA DI MILANO CONDANNA L'OMOFOBIA ED ESPONE DUE BANDIERE RAINBOW
Questo il testo completo:
Care studentesse, cari studenti,
nella notte tra l'11 e il 12 giugno la comunità LGBTQI americana e internazionale è stata fortemente colpita dalla strage di Orlando, un atto di odio discriminatorio che ha portato alla morte di 49 persone e a un numero ancora più alto di feriti. Queste persone sono morte per i loro orientamenti sessuali. Fine dell'Università di Milano Bicocca è concorrere allo sviluppo della società attraverso la promozione culturale e civile della persona e l'elaborazione di una cultura fondata sui valori universali dei diritti umani, della pace, della solidarietà. Ripudiamo ogni atto di violenza, odio cieco, ignorante discriminazione; lavoriamo ogni giorno, nelle nostre aule e nei nostri laboratori, per costruire e difendere una società basata sulla conoscenza, sul diritto, sul rispetto e sull'accettazoine reciproca. In questa settimana in cui la città di Milano celebra la libertà delle persone di essere se stesse, di seguire la propria natura e di amare chi si vuole, vogliamo compiere un gesto simbolico in memoria di quelle vittime. Come segno di solidarietà verso la comunità LGBTQI del nostro Ateneo e internazionale, su proposta delle associazioni studentesche B.Rain - Bicocca Rainbow, ListediSinistra e Studenti Indipendenti Bicocca, abbiamo deciso di esporre nei prossimi giorni due bandiere rainbow in piazza dell'Ateneo Nuovo e in piazza della Scienza.
Cordiali saluti,
Il Prorettor vicario e Prorettore alla Didattica Prof. Paolo Cherubini
Care studentesse, cari studenti,
nella notte tra l'11 e il 12 giugno la comunità LGBTQI americana e internazionale è stata fortemente colpita dalla strage di Orlando, un atto di odio discriminatorio che ha portato alla morte di 49 persone e a un numero ancora più alto di feriti. Queste persone sono morte per i loro orientamenti sessuali. Fine dell'Università di Milano Bicocca è concorrere allo sviluppo della società attraverso la promozione culturale e civile della persona e l'elaborazione di una cultura fondata sui valori universali dei diritti umani, della pace, della solidarietà. Ripudiamo ogni atto di violenza, odio cieco, ignorante discriminazione; lavoriamo ogni giorno, nelle nostre aule e nei nostri laboratori, per costruire e difendere una società basata sulla conoscenza, sul diritto, sul rispetto e sull'accettazoine reciproca. In questa settimana in cui la città di Milano celebra la libertà delle persone di essere se stesse, di seguire la propria natura e di amare chi si vuole, vogliamo compiere un gesto simbolico in memoria di quelle vittime. Come segno di solidarietà verso la comunità LGBTQI del nostro Ateneo e internazionale, su proposta delle associazioni studentesche B.Rain - Bicocca Rainbow, ListediSinistra e Studenti Indipendenti Bicocca, abbiamo deciso di esporre nei prossimi giorni due bandiere rainbow in piazza dell'Ateneo Nuovo e in piazza della Scienza.
Cordiali saluti,
Il Prorettor vicario e Prorettore alla Didattica Prof. Paolo Cherubini
Un'ottima iniziativa inclusiva che dona ancora più pregio ad una delle migliori Università d'Italia.
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13 giugno 2016
20 febbraio 2015
AMARSI OLTRE LA MORTE
CIAO WALTER!
19 gennaio 2015
L' #OMOFOBIA DELLE PICCOLE COSE RACCONTATA DA @PantiBliss
La miglior risposta alla disinformazione è la controinformazione. Ed è per questo che non potrebbe esserci miglior risposta al convegno omofobo organizzato da Regione Lombardia che il discorso pronunciato al TEDx di Dublino da Panti Bliss.
La celebre darg queen irlandese ha preso spunto da un dettaglio apparentemente insignificante che non è poi così insignificante: due gay non possono tenersi mano nella mano con spontaneità perché il loro primo pensiero sarà irrimediabilmente quello di valutare i rischi che il gesto comporterà.
Magari lo faranno, ma non sarà più lo stesso perché la naturalità e l'intimità del momento è già stato intaccato.
«È solo una piccola cosa - dice - ma ci sono un sacco di piccole cose che le persone LGBT devono sopportare e che alle altre persone sono risparmiate».
Da questa semplice considerazione avrà inizio un viaggio nel mondo dell'omofobia, un sentimento negato e spesso racchiuso dietro fantasiose scuse. Che si rivendichi di voler "difendere" la famiglia o che si prospetti la fine della società civile, i veri motivi sono spesso riconducibili ad un'immagine che è ben impressa nelle menti di chi non vuole accettare i gay.
L'intelligenza e la chiarezza dell'intervento è stato premiato da una standing ovation dell'intera sala, testimonianza di un monologo di una ventina di minuti che vale veramente la pena vedere e diffondere.
"La nostra società è omofobica. E' pregna di omofobia. E' fradicia di omofobia. Quando arrivi a 45 anni e realizzi che ne hai passati 30 a sopportare, 30 anni ad assorbire tutti quei piccoli giochetti psicologici, le intimidazioni e i sorrisi di scherno e talvolta di molto peggiore, ad un tratto ne hai abbastanza. Sei stufo marcio di sopportare.
Ne ho abbastanza di leggere ancora un altro articoloscritto da ancora un'altra persona eterosessuale che ti spiega perché in qualche modo sono qualcosa d'inferiore rispetto a tutti gli altri; ne hai abbastanza di ascoltare chi ti descrive come "intrinsecamente disordinato", persone che non ti conoscono neanche dal loro celibe pulpito; ne hai abbastanza dei muri imbrattati di insulti; ne hai abbastanza delle persone che descrivono qualcosa di ridicolo apostrofando come "gay"; ne hai abbastanza di irrigidirti, passando davanti agli ubriachi del sabato sera, sperando che non ti notino; ne hai abbastanza di chi investe tempo, energie e talento a promuovere l'idea che tu non debba essere trattato come ogni altro cittadino."
"Gli omofobi più infervorati, quelli che sanno di aver esaurito molto tempo fa gli argomenti a favore della criminalizzazione del sesso omosessuale o di qualunque genere di progresso per le persone gay, ecco, in questi giorni li troverete tutti ammucchiati intorno al dibattito del matrimonio omosessuale. Ed è veramente uno spettacolo. Perché, ovvio, sanno di non potere ammettere cosa li spinga davvero con franchezza e cioè l'ostilità per le persone gay e il disgusto per quello che immaginano facciamo in camera da letto. Perché sanno che agli occhi dell'opinione pubblica non sono più motivi ammissibili. Perciò sono costretti a rovistare
alla ricerca di qualunque altra ragione immaginabile a sostegno della loro tesi e quindi "Gli omosessuali distruggeranno l'istituto del matrimonio", "le coppie gay gireranno per gli orfanotrofi pigliando i bambini dagli scaffali...cercandone uno che si intoni con il loro nuovo divano Ikea", "Permettere che i gay si sposino distruggerà la stessa società" e molti altri ancora Incluso il mio preferito, il caro vecchio... "la parola matrimonio è definita in qualche dizionario come "L'unione di un uomo e di una donna" e quindi il matrimonio gay non può di fatto essere un matrimonio" il che è un'insignificante polemica intorno a parole e dizionari, non certo contro il matrimonio omosessuale."
Fonte: Gayburg
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27 agosto 2014
"MI RACCOMANDO SO RICCHIONI". QUANDO L'OMOFOBIA E' CERTIFICATA ANCHE SUGLI SCONTRINI
"Cameriere, può portarci il conto per favore?". Lo scontrino arriva sul tavolo dei quattro amici, ma con una scritta offensiva nel mezzo delle ordinazioni: "Mi raccomando so ricchioni".
I clienti che avevano appena consumato una cena erano omosessuali. E' successo in una pizzeria di Maruggio, in provincia di Taranto.
Una storia che sa dell'assurdo. Una frase discriminante scritta sulla comanda del tavolo di quattro uomini per far capire a ‘qualcuno' che erano omosessuali. Perché? Bisognerebbe chiederlo al cameriere che ha preso le ordinazioni al tavolo dei clienti che il 29 luglio scorso sono andati a mangiare una pizza nella pizzeria che si trova in contrada Cazzizzi a Maruggio (Taranto), a pochi chilometri da Manduria e Campomarino, località marina.
I ragazzi, uno dei quali di Latiano, hanno trascorso la serata in tranquillità e consumando la cena serenamente. Peccato però che a fine cena oltre al dolce è arrivato anche l'amaro. L'ordinazione era stata presa da uno dei camerieri con un computer palmare.
"Inizialmente non volevamo credere ai nostri occhi - ha raccontato a BrindisiOggi.it il latianese - Siamo subito andati dal proprietario del locale per chiedere spiegazioni. Lo stesso è rimasto senza parole, ci ha chiesto scusa anche a nome del cameriere. Il giorno successivo ci ha contattati per farci nuovamente le scuse e dicendoci che aveva allontanato dalla pizzeria il cameriere che aveva scritto la frase offensiva. Noi però in quel locale non ci ritorneremo più".
Fonte: BrindisiOggi.it
Precisazioni: Inserendo su Google le informazioni relative alla località e alla contrada così come riportate nell'articolo di Brindisi Oggi, non è difficile risalire al nome della pizzeria (parzialmente visibile anche nella parte oscurata associata al nome della prima pizza presente sullo scontrino).
03 luglio 2014
ARCIGAY: PRONTI A BOICOTTARE LA LOMBARDIA (#BOYCOTTLOMBARDIA)
Inoltre, sostenendo l'incapacità di gay e lesbiche di formare una famiglia, e la non legittimità e parità delle loro unioni, contrariamente a quanto ha sentenziato due volte la Corte Costituzionale, ha istituito una Festa della Famiglia naturale, dove intende solo ed esclusivamente celebrare l'unione tra uomo e una donna come superiore ad altre unioni. Questa festa inoltre prevede azioni nelle scuole che di fatto, sulla base delle premesse della mozione, si caratterizzano come anti-gay.
Nel dibattito in aula tutti i proponenti hanno sostenuto l'intento e la necessità di discriminare legislativamente le famiglie omogenitoriali da quelle formate da un uomo e una donna.
La Lombardia è così da oggi un posto meno sicuro per le persone LGBT dove principi e pensieri discriminatori sono legittimati dalla massima istituzione territoriale.
La Giunta Regionale è stata invitata da Arcigay a rimandare la mozione in Consiglio per incostituzionalità e inapplicabilità e suggerto vivamente di non individuare nessuna data per celebrare una festa che finirebbe con il festeggiare le discriminazioni.
In Lombardia vivono e lavorano centinaia di migliaia di omosessuali che il Consiglio Regionale ha definito con questa mozione dei cittadini di serie B, incapaci e indegni di formare famiglia. Cittadini che lavorano in tutti settori produttivi, e come i cittadini eterosessuali, in quelle attività di richiamo internazionale che rendono unico il nostro territorio. Per i rappresentanti in Regione i cittadini omosessuali lombardi sono da trattare come gli ebrei che costruivano le piramidi dei faraoni.
Arcigay dichiara: "Vogliamo salvaguardare questo storico territorio di accoglienza e proteggerlo da una deriva pericolosa volta a cancellare le libertà, l'uguaglianza e i diritti, ma siamo pronti a una mobilitazione internazionale che denunci quanto deciso e boicotti il "made in Lombardia" e tutti quegli eventi, località turistiche e appuntamenti come EXPO che si reggono anche sul contributo delle nostre vite. Se dovesse essere necessaria un'azione radicale siamo pronti a prenderla, pronti a spiegarla alla maggioranza dei cittadini lombardi che vivono in famiglie "non naturali", perchè i nemici della Lombardia e delle loro vite non siamo noi, ma questa maggioranza".
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02 luglio 2014
MICHAELA BIANCOFIORE: "I TRANS SONO UNA COSA MEZZA E NON ESISTONO IN NATURA"
Le parola di Michaela Biancofiore si commentano da sole. Il tutto durante un'intervista ai i microfoni del programma di Radio 2 "Un Giorno da Pecora", in cui è stata ospite lunedì 30 giugno 2014.
Fonte: Giornalettismo
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18 marzo 2014
STORIA DI LUCA, SCARICATO (DI NUOVO) IN ORFANOTROFIO PERCHE' GAY
Due padri e due madri, in due differenti momenti della sua vita brevissima, lo hanno scaricato come un cagnolino di cui il padrone non vuol prendersi più cura perché sporca dà fastidio e abbaia e dà un sacco da fare e sono impicci.. uno di quei cosi pelosi tenerissimi che vengono ritratti con lo sguardo smarrito sotto il fumetto “non abbandonatemi” nelle campagne di sensibilizzazione contro certe sciaguratezze degli umani.
Anche Luca è stato abbandonato per sciaguratezza, non ai bordi di un'autostrada, per fortuna no. Entrambe le volte, è stato abbandonato in una di quelle strutture che chiamano case famiglia, anche se con la casa e la famiglia c'entrano pochissimo, e c'entrano invece con certi orfanotrofi dickensiani, e sono dei non-luoghi che in fondo assomigliano un poco alle autostrade, perché anche lì gli adulti sfrecciano lanciando sguardi liquidi e fugaci, e sono educatori assistenti insegnanti, chissà chi, e a volte ce la mettono tutta, e a volte meno, ma in ogni caso non sono né madri né padri né nessuno, e a sera se ne vanno a casa loro, e sono sagome che svaporano nel nulla lasciando quasi niente di ciò che serve a un bambino per essere un bambino, nemmeno un bacio, nemmeno una carezza, nemmeno un sussurro d'amore nelle orecchie, nemmeno una fiaba, una filastrocca, una canzone.
Luca ha vissuto così sin da piccolissimo, quando è stato sottratto ai suoi genitori biologici, al clou di una di quelle storie disgraziate che possono trasformare la vita di un bambino nel buco nero di una quotidiana dannazione. Nel tempo successivo, Lucia e Nicola (nomi inventati pure questi), due brave persone sui quaranta, hanno voluto con ostinazione che Luca diventasse figlio loro. Hanno deciso che doveva assolutamente essere lui, così dolce timido carino, a colmare quel loro grande vuoto per non aver potuto avere figli naturali. Lucia e Nicola, purtroppo, hanno saputo dissimulare bene il loro non aver compreso affatto come dovrebbe funzionare esattamente in modo capovolto, in questi casi: erano loro, a dover colmare i vuoti di Luca, non l'opposto. Eppure, a chi doveva giudicare, sono sembrati adatti a diventare i suoi nuovi genitori. Capita a tutti, talvolta, di sbagliare.
E poi la nuova casa, la nuova vita, in un piccolo centro non lontano da una grande metropoli italiana... E poi la nuova scuola.., e lui così dolce e timido e insicuro.. e lui confuso, ancora ferito nel profondo, preso a cercare il suo equilibrio, la sua identità sessuale.. e lui che anche nei gesti, nel modi, nel parlare, dimostra la sua disforia. E i compagni che cominciano a perseguitarlo a sbeffeggiarlo... e a casa non riesce ad esternare la sua disperazione, se non con il linguaggio della rabbia, l'unico conosciuto da chi non sa come si chiede aiuto, perché, suo malgrado, non conosce le istruzioni dell'amore. Lucia e Nicola lo hanno riportato in casa famiglia tempo dopo, e lo hanno restituito al mittente, come si fa con una merce difettata. "Ci crea troppi problemi, non riusciamo a gestirlo, a scuola i compagni non lo accettano, tutti ci dicono ma chi ve lo fa fare?".
Già, chi glielo fa fare, a un genitore, di fare il genitore? Che te ne fai, di un figlio che funziona male, di un figlio inceppato, complicato? Di un figlio che ti fa far brutta figura? Di un figlio che poi, alla fine, magari è persino omosessuale? E' andata più o meno così, anche se tutti i dettagli di questa triste storia sono diversi da quelli reali, per la necessità di rendere Luca e i suoi mancati genitori non riconoscibili.
E adesso io sogno, caro Luca, che nella solitudine della tua non-casa non-famiglia qualcuno ti aiuti a governare il tuo incommensurabile dolore. Sogno cose talmente semplici e banali, caro Luca, che quasi mi vergogno a dire "sogno". Sogno nient'altro che diritti, nient'altro che amore. Sogno dei genitori capaci di accoglierti, di amarti, di proteggerti, di aiutarti a crescere, a riconoscere e accettare ogni singola e comunque splendida sfumatura della tua personalità. Sogno due genitori che siano genitori, tutto qui.
E sogno che l'omofobia un bel giorno smetta di cadere come una mannaia sulla serenità delle persone, e che nulla del genere possa accadere più a nessun bambino, a nessun giovane, a nessun adulto, mai. Sogno che il mondo non sia questo, che sia molto diverso da così. Sogno che tu, mio caro Luca, sia stato solo molto, molto sfortunato. E che il destino possa risarcirti. E che tu riesca a dimenticare e a perdonare. E che tu possa affrancarti dal tuo fumetto con dentro un urlo muto, “non abbandonatemi”. Le fanno anche per i bambini, quel tipo di campagne? Non lo so.
Fonte: SOCIETA' INCIVILE di Marida Lombardo Pijola - Il Messaggero
06 settembre 2013
INCHIESTA DE "L'ESPRESSO": IL PAESE DEI NO GAY
Rapporto sulle discriminazioni in una lunga inchiesta pubblicata su "L'Espresso" n.36 del 12 Settembre 2013.
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17 maggio 2013
LIBERI E LIBERE DI ESSERE: COS'E' L'OMOFOBIA
Come spiegare?
Allora, si provino a prendere i tre distinti elementi cui abbiamo accennato: "l'altro", "lo stesso" e la paura. "L'altro" non può che essere un altro essere umano. Di sesso femminile o maschile è indifferente, fate come volete. Che siano due però - e il motivo lo si scoprirà a breve. Quindi: due "altri" esseri umani femminili o due "altri" esseri umani maschili. A questo punto ci si conceda una precisazione: l'altro da sé non è sempre e solo un essere umano che viene da lontano, che porta sul corpo i segni della sua alterità, di uno scarto così profondo da essere visibile e quindi riconoscibile fin dal primo nostro sguardo. L'altro da sé può essere in tutto e per tutto simile a noi, essere nato nel nostro paese o nella nostra città, potrebbe perfino essere uguale a noi, anche nel senso di identico: "l'altro", infatti, possiamo esserlo anche noi stessi. Per gli altri, ovviamente. Allora, dicevamo: una coppia di "altri" diversi da sé ma non così diversi, anzi, diciamo almeno simili, azzardiamo persino simili in quanto nati nel "nostro" stesso paese, città, terra e similia. Immaginiamoci allora questa coppia di "altri" vestiti di quegli abiti che sono gli abiti tradizionali che li possano identificare come appartenenti al nostro territorio e, più in astratto, alla nostra cultura, a quella che si suppone sia la nostra comune tradizione.
Passiamo quindi a "lo stesso". Come possono esprimere queste coppie femminili o maschili di "altri da sé" vestite con gli abiti tradizionali del nostro territorio l'idea di "lo stesso"? Magari con un bacio. Allora immaginiamoci questi uomini e donne "altri da sé" del tutto simili a noi, che sono cresciuti insieme a noi, frequentato la stessa scuola, camminato le stesse strade, partecipato alla stessa sagra di paese che, proprio in mezzo alla piazza addobbata a festa, si baciano. Due donne o due uomini che si baciano esprimono "lo stesso" della parola "omofobia". Lo stesso orientamento sessuale per l'appunto. Una donna che sente il desiderio di baciare la bocca di un'altra donna perché la ama o semplicemente ne è attratta. Così pure due uomini.
Riuscite ad immaginare la scena? Ad evocarla nella vostra mente? Bene. Allora adesso pensate a quali sentimenti provoca in voi questa immagine evocata. Collera? Irritazione? Fastidio? Per semplicità: sentimenti positivi o negativi? Se sono i secondi - che sintetizziamo con l'espressione "paura" - a prevalere sui primi, allora avete capito il significato della parola "omofobia". Meglio, lo avete sentito. Siete stati bravi, non c'è che dire. Se invece sono prevalsi i primi, allora non preoccupatevi. Se non avete "paura dell'altro stesso da se", avete compreso il significato della parola amore.
Chi si sente provocato, ovvero chiamato fuori, si faccia quindi avanti e risponda a se stesso.
Stefano Rubini - liberilibere.it
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30 marzo 2013
TIME: IL MATRIMONIO GAY HA GIA' VINTO
"Il matrimonio tra persone dello stesso sesso ha già vinto. La Corte Suprema non ha ancora preso una decisione, ma l'America si".
Recita in questi termini la famosa rivista "Time" che ha deciso di pubblicare una doppia copertina (numero dell'8 Aprile 2013) su cui troneggia la frase ''How Gay Marriage Won". Una delle due copertine è dedicata al bacio tra due donne, nell’atra due uomini.
Il "Time" dedica un ricco articolo in cui viene riportato che "secondo un'analisi bipartisan i sondaggi dello scorso novembre hanno mostrato come l’83% degli americani ritiene che tra cinque o dieci anni le unioni gay saranno legali in tutto il Paese" e che, in virtù di una recente indagine, un americano su sette sostiene di non nutrire più pregiudizi contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
L'iniziativa della rivista "Time" arriva nel momento in cui la Corte Suprema Americana si imbatte nella "Proposition 8" (referendum che ha modificato la Costituzione della California e che vieta il matrimonio tra persone dello stesso sesso) e il "DOMA" ("Defence of Marriage Act", legge che riconosce solo il matrimonio tra uomo e donna).
La legge "Defence of Marriage Act" firmata nel 1996 dal Presidente Clinton, oggi è ritenuta incostituzionale dallo stesso ex presidente e dall'amministrazione Obama. La maggioranza dei giudici della Suprema Corte, cinque su nove, ha espresso forti dubbi proprio sulla costituzionalità del provvedimento.
Il pronunciamento della Corte è previsto non prima di Giugno.
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14 marzo 2013
PAPA FRANCESCO, UN PONTEFICE OMOFOBO E MISOGINO
E così il Vaticanoo ha un nuovo Capo di Stato: Jorge Mario Bergoglio in arte "Papa Francesco", di nazionalità argentina e appartenente alla Compagnia di Gesù (i gesuiti per intenderci, ovvero una congregazione che non brilla di certo per trasparenza o progressismo).
Papa buono o Papa cattivo? Innovatore o conservatore. E' ancora difficile saperlo. In più occasioni, però, Bergoglio ha già mostrato tutta la sua omofobia. Nel 2009 si è fortemente scagliato contro la decisione di un giudice che ha permesso il matrimonio tra due uomini e, attraverso un comunicato stampa, ha preso posizione sostenendo che la sentenza fosse "assolutamente illegale". Inoltre, dopo aver preteso un incontro urgente con il governatore locale Mauricio Macri (lanciando anche anatemi anche contro di lui) sostenne che "non ricorrendo contro la decisione del giudice nel contenzioso amministrativo sul matrimonio di persone dello stesso sesso, aveva mancato gravemente al suo dovere di governante e di custode della legge". Nel 2010, inoltre, riconfermò la sua posizione anti-gay sostenendo che i matrimoni fra le persone dello stesso sesso non fossero "semplicemente una posizione politica, ma un tentativo di distruggere i progetti di Dio". Laconica fu la risposta della presidentessa argentina Cristina Fernández de Kirchner, che lo liquidò sostenendo che un discorso simile "ricordava il Medioevo e l'Inquisizione".
Questione gay a parte, il neo vescovo di Roma, è stato più volte oggetto di dibattito per il suo rapporto con i vertici del regime dittatoriale che governò l'Argentina dal 1976 al 1983. Nel 2005 il futuro papa fu accusato da un avvocato per i diritti umani di complicità in relazione al rapimento di due sacerdoti gesuiti ostili al regime, Orlando Yorio e Francisco Jalics. L'episodio, avvenuto nel 1976, quando Bergoglio era Provinciale dei Gesuiti argentini, è approfondito anche nel libro del giornalista Horacio Verbitsky "L'isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina", pubblicato nel 2005.
Dopo che l'accusa fu respinta, il prelato è stato chiamato a testimoniare su questo rapimento dal tribunale di Buenos Aires durante il processo ESMA nel 2010; nella sua deposizione ha affermato di aver segretamente incontrato Emilio Massera e Jorge Videla con l'obiettivo di ottenere la liberazione dei due religiosi.
Nel 2011 Bergoglio è stato chiamato a testimoniare anche in relazione al caso del cosiddetto Robo de Bebés, la sottrazione di neonati avvenuta durante la dittatura.
E con la "questione donna" non va meglio. Dall'armadio rispunta anche una dichiarazione del 2007 dell'allora arcivescovo di Buenos Aires in riferimento alla candidatura alle presidenziali di Cristina Kirchner: "Le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici. L'ordine naturale ed i fatti ci insegnano che l'uomo è un uomo politico per eccellenza, le Scritture ci mostrano che le donne da sempre supportano il pensare e il creare dell'uomo, ma niente più di questo". E come se non bastasse evocò l'immagine dell'ex presidente Maria Estela Martinez de Peron: "abbiamo avuto una donna come Presidente della nazione e tutti sappiamo cosa è successo".
Cos'altro aggiungere: Benvenuto Papa!
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10 dicembre 2012
SE L'OMOFOBIA COMINCIA A SCUOLA
Pochi giorni fa Chiara Maffioletti si è posta questa domanda: "Essere gay è ancora un problema?".
Centinaia i commenti. Si è scatenato un dibattito che sembra non lasciare dubbi: evidentemente lo è. In Italia più che in altri Paesi, dove l’orientamento sessuale non è giudicato. Ed è proprio di questi giorni la ricerca Omofobia a scuola.
Sui duemila intervistati, uno su due racconta di aver subito “discriminazioni a causa del della propria omosessualità o bisessualità. Si tratta soprattutto di offese verbali (77%), ma non mancano atti di bullismo e minacce (25%) e mancati riconoscimenti (17%). Il 9% riporta di aver subito aggressioni fisiche”. E a farli nel 90 per cento dei casi sono i compagni di scuola, anche se un 15 per cento punta il dito contro i docenti. Gli stessi che non prendono posizione (85%) anche se sono al corrente delle discriminazioni.
Ma l’emarginazione è a prescindere dall’aver reso pubblico la propria omosessualità. Solo il 7 per cento lo ha fatto. Il resto è frutto di pettegolezzi esoprattutto per non aver gli stessi pgusti dei compagni. Una cosa mi ha fatto riflettere. “La provenienza geografica non appare una variabile impattante sugli aspetti esaminati: si osserva infatti un’omogeneità di risposte tra gli intervistati provenienti dal Nord, dal Centro e dal Sud Italia”, si legge nella ricerca. Insomma, non importa dove nasci, comunque il tuo orientamento sessuale diventa una discriminante. E a proposito del quesito di Chiara, a rispondere tre su quattro: sì è un problema essere gay, perché “il livello di omofobia in Italia è molto alto (72%)”.
Fonte: Solferino 28 Anni Blog
05 dicembre 2012
L'OMOFOBIA DI FLAVIA VENTO
Durante la puntata di "Cristina Parodi Live" del 20 novembre 2012, programma condotto da Cristina Parodi e andato in onda su La7, si è parlato di matrimoni gay; ospiti in studio Alba Parietti, Licia Nunez, Diego Passoni e Flavia Vento che ha dato il "meglio" di se mascherando la sua omofobia con stereotipi ormai obsoleti e discorsi a dir poco imbarazzanti.
Ecco qualche chicca:
"Innanzitutto volevo dire che io ho moltissimi amici gay che adoro che gli voglio bene e hanno una marcia in più nel senso che sono veramente spiritosi non so perché hanno questa marcia in più, pero' sono abbastanza contraria al matrimonio non credo che una famiglia sia fatta da due uomini. Credo che la famiglia sia fatta da un uomo e una donna."
"Una famiglia è composta in natura da un uomo e da una donna. Adamo ed Eva se vogliamo parlare della Bibbia…"
"Quindi secondo te è giusto che due gay adottano un bambino, il bambino non cresce con dei problemi?"
"Io sono cresciuta e ho fatto scuole si suore. Non voglio parlare di chiesa o non chiesa pero' io rimando dell'idea che se due gay si amano vivono insieme sono felici pero' di sposarsi in chiesa col vestito bianco insomma fa un po' ridere come cosa..."
"Io trovo assurdo e veramente perché siamo comunque credo in molte cose, trovo assurdo che due gay possono adottare un bambino, lo trovo veramente una cosa innaturale e contro natura. Questo è il mio pensiero. Siamo in democrazia e ognuno pensa quello che vuole."
"Si parla di natura. Perché è il corso della natura, se uno vuole seguire la natura è che due persone procreano, uomo e donna, e fanno i figli. E il figlio chi lo cresce? La madre, no? La natura è questa. Vogliamo pure andare contro la natura? La natura è che quando un uomo va a letto con la donna procrea."
Il video si commenta da solo.
Plauso a tutti gli altri ospiti e alla conduttrice.
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28 novembre 2012
GRAFICO DELLE POSIZIONI LGBT DI RENZI E BERSANI. PERCHE' NON ANDREBBERO VOTATI
Sarei curioso di conoscere il parere di Ivan Scalfarotto e di tutti i sostenitori omosessuali di Mattero Renzi: come argomentano questa carenza di proposte sensate e concrete relative ai diritti civili delle persone LGBT?
In questi giorni sentendo parlare i due candidati e leggendo questa impeccabile analisi, consiglierei a chiunque di non votare nessuno. Ma non si può; il primo turno ha scaraventato fuori dalla "competizione finale" due dei candidati più credibili e seri: Nichi Vendola e Laura Puppato.
Ora come ora è indispensabile un vero cambiamento e non trovo logico, corretto e serio riscaldare la solita minestra che ci vien data in pasto ormai da anni. Troppi.
E siamo al rush finale. Questi sono gli ultimi giorni per decidere chi guiderà il centrosinistra e forse anche il Paese. Come già Michele Darling aveva fatto per la prima manche, è sembrato opportuno sintetizzare e mettere a confronto le proposte dei due candidati rimasti in corsa.
Ad una veloce occhiata, non ci sono comunque molte differenze tra Renzi e Bersani: si può notare infatti una sostanziale uniformità tra le due proposte programmatiche qui esaminate. Ma, del resto, provengono entrambi dallo stesso partito.
Sul versante delle unioni civili, la proposta di Renzi pare di poco superiore a quella di Bersani, dato che le Civil Partnership si risolvono, in termini di "quantità di diritti", in un'assimilazione al matrimonio comunque maggiore rispetto alle unioni civili tedesche. Ma per una disamina delle differenze tra le due tipologie di unioni civili, vi rinvio al post appositamente scritto QUI.
Non dimentichiamo, però, che entrambe le soluzioni proposte dai democratici, in quanto "ad hoc", cioè per le sole coppie gay, si riallacciano alla cd. dottrina del Separate but Equal, la stessa che giustificava la segregazione razziale negli Stati Uniti. Per un approfondimento, vedi QUI.
Anche sul versante della genitorialità, la proposta di Renzi merita un mezzo punto in più, stante la proposta (confermata, però, solo in corsa) del SI all'adozione disgiunta, inserita adesso nero su bianco nel programma. Anche Bersani ha, però, aperto - durante il confronto pubblico a SkyTg24 - ad una qualche forma di riconoscimento dei bambini già presenti delle famiglie omogenitoriali. Se questo significhi anche un SI all'adozione disgiunta, io non lo so. E infatti non l'ho scritto nel grafico. Ma credo di sì (e per questa ragione ho riportato solo il virgolettato: decidete voi).
Rimane, comunque, il fatto che tutte quelle persone LGBT che, nei prossimi cinque anni, si troveranno in età da genitori potranno dimenticare (probabilmente per sempre) di poter accogliere nella propria famiglia un/a figlio/a: non tutti, infatti, hanno i soldi per fare i viaggi della speranza e la crisi economica sta certamente svuotando ulteriormente i portafogli. In questo senso, la vera vincitrice di queste primarie è Rosy Bindi, Presidente del PD, la quale aveva affermato: "Il desiderio di maternità e di paternità un omosessuale se lo deve scordare. [...] Non si possono creare in laboratorio dei disadattati. E' meglio che un bambino cresca in Africa".
Sorprende (ma non tanto, visto che era già intuibile in un'intervista a Gay.it), il no all'estensione della Legge Mancino ai crimini d'odio omo-transfobici, da parte di Renzi (per una spiegazione, vedi QUI).
Sorprende ancor di più che il comitato frociarolo di Renzi non sia stato in grado di far capire al proprio leader l'inutilità di un'aggravante generica che sanzioni i reati con movente omo-transfobico. Sempre su tale versante, neanche Bersani certamente brilla, data l'assoluta inconsistenza programmatica della laconica e insignificante frase presente nel suo programma: "E' necessaria una legge urgente contro l'omofobia". Sì, bravo, ma quale?
Il no al matrimonio da parte di entrambi, infine, recide definitivamente la speranza che, nei prossimi cinque anni, l'eventuale governo di centrosinistra riconosca parì dignità giuridica e sociale alle coppie omosessuali. Anche se io ho una mia teoria QUI, per quel che vale.
Ancora una volta, il Partito Democratico, lungi dall'essere una soluzione, si pone come un ostacolo alla piena consacrazione dei diritti LGBT.
E lo è ancora di più nella misura in cui non ha consentito che, durante queste primare, i cittadini potessero votare per i 6 referendum, che Civati & Co. avevano meritevolmente tentato di mettere in piedi. Prima ancora che nel flop di partecipazione, è esattamente in questo che può ravvisarsi il fallimento delle primarie: non permettere alle persone di esprimersi sulle posizioni politiche – cioè sulla vita e sul futuro – ma
illuderli di poter scegliere il candidato premier, quando invece è assai probabile che ci sarà un Monti-bis.
22 novembre 2012
BULLISMO OMOFOBO A ROMA: UN QUINDICENNE SI TOGLIE LA VITA PERCHE' I COMPAGNI DI SCUOLA LO PRENDEVANO IN GIRO
Davide è morto di omofobia, ieri pomeriggio. Si è ucciso poco dopo le 17. Non ce l'ha più fatta a sopportare quegli insulti che lo perseguitavano da troppo tempo. I compagni lo denigravano da quando si era iscritto al liceo, in una zona centrale della Capitale. Un tormento quasi quotidiano. A scuola. Ma anche sul web. Avevano creato una pagina Facebook, in cui lo prendevano continuamente in giro per i suoi modi di fare e anche per l'abbigliamento. Quella pagina era là, visibile a tutti, da dodici mesi. E questo Davide (il suo nome è di fantasia) lo sapeva bene. Ma, forse, aveva cercato di rassegnarsi.
"Ragazzi ho scoperto di avere una canottiera rosa", scrivevano sul social network qualche mese fa, in riferimento al suo look. Avevano anche fornito indicazioni sulla zona in cui abitava e pubblicato sue foto - sicuramente senza il suo permesso. E martedì, quando si è presentato a scuola con lo smalto - in questi giorni il suo istituto è occupato dai ragazzi di sinistra -, alcuni lo avrebbero anche chiamato "frocio". "Una professoressa lo ha ripreso", raccontano alcuni suoi amici. Quel che è certo, è che Davide voleva solo essere se stesso. Così, una volta tornato a casa, nella zona della Colombo, ha preso la sciarpa e si è tolto la vita. Il fratellino, che ha assistito alla scena, è sotto choc ed è già stato affidato ad una psicologa.
Il caso è affidato alla polizia, che, d'intesa con la magistratura, ha già iniziato ad indagare sul profilo Facebook che porta il nome della giovane vittima. L'ipotesi di reato potrebbe essere quella di istigazione al suicidio. Per questo si dovrà accertare chi abbia deciso di aprire quella pagina, nel novembre del 2011, al solo scopo di umiliare Davide. Secondo alcuni compagni di scuola Davide aveva anche problemi a casa. "I genitori non lo capivano", ha detto qualcuno.
Nel suo liceo, si è presentato anche Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay center, che da tempo è impegnato nel contrasto all'omofobia nelle scuole della capitale. "Una notizia del genere, purtroppo, non mi stupisce - commenta all'HuffPost - Casi di questo tipo sono tutt'altro che rari e ci sono scuole dalle quali riceviamo numerose segnalazioni di insulti omofobi. Peccato che non tutti i presidi siano così disposti a collaborare con noi. E, invece, la formazione dei ragazzi è tutto". "Al nostro numero verde (800-713713) chiamano, ogni anno, 20mila persone: di queste, il 60% è rappresentato da giovani sotto i 26 anni. Tutte persone che lamentano discriminazioni a scuola, all'università o in famiglia", fa notare Marrazzo. "Di questa vicenda - sottolinea infine - mi ha colpito il metodo scelto per togliersi la vita. Davide voleva farla finita e non voleva in nessun modo essere salvato. Alcuni suoi compagni si sentivano in colpa per non aver capito la situazione di disagio che stava vivendo".
Fonte: Huffington Post
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14 novembre 2012
INSULTI OMOFOBI A VENDOLA VIA TWITTER DAL CONSIGLIERE PDL ANDREA DI PIETRO
L'offesa omofoba al governatore pugliese, protagonista lunedì sera insieme agli altri 5 candidati alle primarie di centrosinistra del confronto trasmesso da SkyTg24, è arrivata come sempre dalle fila del centrodestra. Eletto consigliere di Vigevano nel marzo 2010 con un discreto successo (secondo per numero di voti ottenuti), Andrea Di Pietro è anche segretario provinciale del sindacato Ugl, quello guidato fino a tre anni fa era guidato da Renata Polverini, per intenderci. La sua frase su Twitter ha scatenato un polverone e la polemica non accenna ad arrestarsi.
Inevitabili ed immediate sono arrivate le reazioni da parte dell'Arcigay: il presidente Paolo Patané e la sezione locale dell'associazione, a Pavia, chiedono le immediate dimissioni del consigliere, spiegando che l'atto omofobo è di una gravità assoluta, quanto più in considerazione della carica pubblica ricoperta da Di Pietro. "Chiediamo dimissioni e non scuse, perché qualunque ruolo pubblico impone una vigilanza in più sul linguaggio e su come onora o mortifica la cittadinanza di tutti. In questo caso il sig Di Pietro ha disonorato il suo ruolo; offeso l'intera città di Vigevano; insultato Vendola; insultato le persone omosessuali; insultato buon gusto, senso civico, costituzione. E' troppo per le mere scuse signor Di Pietro: rimedi dimettendosi subito e almeno in questo faccia onore alla sua città".
Ma la questione non si è certo chiusa con quell'unico cinguettìo. Il Tweet di Di Pietro ha generato un botta e risposta con un utente (Tarpelio), che gli ha fatto notare: "Detto così, sembri un vero esperto della vaselina di Vendola...". Segue la replica stizzita di Di Pietro: "Fortunatamente non lo sono! magari tu...".
Nel pomeriggio il consigliere continua a twittare messaggi rivendicando la libertà di esprimersi su Vendola con giudizi personali senza per questo essere considerato omofobo. Per rispondere alla sollevazione generale del web, ha usato la sua pagina Facebook, dove ha postato un lungo messaggio che è tutto un florilegio di punti sospensivi ed esclamativi: "Per le cose serie il popolo di INTERNET non reagisce mai con un accanimento pazzesco che alcune persone stanno facendo nei miei confronti... Era una semplice BATTUTA che avevo fatto ed ovviamente è stata interpretata MALE... (...) Io non sono omofobo e sono contro a tutte le violenze fatte a qualunque PERSONA !! Nella mia frase di violenza non si parla... Era per evidenziare in modo SCHERZOSO la falsità di certe persone (...)".
Evidentemente raggiunto dalla richiesta di dimissioni della comunità omosessuale, il consigliere si è poi rivolto direttamente al "popolo gay", con uno sproloquio che offende la lingua italiana, prima ancora che le persone: "Non era riferito a voi e non era offensivo!! Come molti di voi gay si stanno comportando nei miei confronti! Siete VOI I PRIMI CHE DOVETE il rispetto alle persone che non hanno la vostra tendenza ... Cosa volete farmi adesso per una semplice battuta? volete GIUSTIZIARMI IN PIAZZA?!? (...) Se siamo nel 2012 come dite voi, dovete capire che molte persone non sono come voi ed anno DIRITTO a fare una battuta (...)".
Infine, la chiosa di un messaggio delirante (nella sintassi quanto nel significato) con tanto di invito ad indignarsi per i problemi veri del Paese, più che per le battute: "Spero di essere stato chiaro ... Se poi volete amplificare ciò che non è grave (...) PROBLEMI VOSTRI!!! Indignatevi così con problemi VERI... come faccio io! Cioè sulle persone SFRUTTATE... Senza lavoro..senza casa e con gravissimi problemi sociali!!! Fate questo!! INDIGNATEVI SU QUESTE COSE SIAMO NEL 2012!!".
Quello di Di Pietro è solo l'ultimo episodio di insulti rivolti a Vendola e basati sulla sua omosessualità. Di recente un attacco simile era arrivato dai banchi della Lega Nord in Parlamento, quando il deputato Alberto Torazzi aveva commentato così le posizioni del governatore sul matrimonio gay: "Al Presidente Vendola, siccome noi siamo fondamentalmente buoni, auguriamo tanta felicità e ci auguriamo che possa presto rimanere incinta".
Nessun commento, ora come allora, da Nichi Vendola e dal suo staff a cui va tutta la mia solidarietà.
13 novembre 2012
LA POSIZIONE DULLE TEMATICHE LGBT ASSUNTE DAI CANDIDATI ALLE PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA
Per quanto riguarda i matrimoni gay, solo Vendola e Puppato si dicono a favore: gli altri sono fermi sulla posizione che quel termine debba rimanere un'esclusività delle coppie eterosessuali.
Per quanto riguarda le unioni, invece, eccezion fatta per Tabacci), tutti gli altri candidati si dicono a favore del riconoscimento giuridico delle coppie, con Renzi che propone le Civil Partnership per le coppie gay, mentre Bersani propone il metodo alla tedesca.
Solo Vendola si dice anche a favore delle adozioni gay, mentre Puppato lascia aperto un piccolo spiraglio dicendo di non aver ancora deciso sull'argomento.
Il governatore pugliese è anche l'unico candidato ad aver espressamente affrontato nel proprio programma il tema dell'omofobia. Renzi ha dichiarato di non averci neanche pensato, mentre Bersani ha affamato genericamente che «è necessaria una legge», senza addentrarsi in ulteriori particolari.
Per un voto consapevole, vi consiglio vivamente di leggere gli interessanti approfondimenti direttamente sul blog di Michele Darling. QUI.
Fonte: Gayburg e Michele Darling Blog
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