A questo tema "INTERNAZIONALE" n°986 - 8/14 FEBBRAIO 2013 dedica la copertina e l'approfondimento con un articolo di Alex Ross pubblicato originariamente sul "New Yorker". (Illustrazione di Polly Becker)
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11 febbraio 2013
"HAPPY GAY" SU INTERNAZIONALE
A questo tema "INTERNAZIONALE" n°986 - 8/14 FEBBRAIO 2013 dedica la copertina e l'approfondimento con un articolo di Alex Ross pubblicato originariamente sul "New Yorker". (Illustrazione di Polly Becker)
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23 gennaio 2013
LASCIATE CHE I GAY ADOTTINO BAMBINI
sue manifestazioni come momenti di crescita e libertà. Aver invece assistito a migliaia di persone manifestare contro i matrimoni e le adozioni delle coppie gay, colpisce, e molto. Il concetto di famiglia è un concetto storico, niente affatto biologico. A osservare la famiglia
africana, quella asiatica, mediterranea, cattolica, musulmana ci si accorge che sono tutte declinazioni diverse - spesso diversissime - di uno stesso concetto che presuppone la condivisione da parte di due o più persone di spazi, risorse, affetti. Ma qualunque sia la nostra idea di famiglia, dovremmo interrogarci su questo: preferiamo davvero che ci siano bambini che vivano in situazioni di abbandono o in strutture di accoglienza piuttosto che dare possibilità a nuove forme di famiglia? Il progetto non è far adottare bambini indiscriminatamente a persone che non posseggano i requisiti per farlo. Non è abbassare il livello di guardia sugli affidamenti.
Si tratta di poter pen are a nuclei diversi. L'uomo e la donna sono oggi percepiti come basi fondamentali su cui costruire un nucleo familiare, ma quante famiglie vivono situazioni di conflittualità tali da non consentire una vita serena all'interno delle mura domestiche? E' raro trovare coppie stabili. Spesso ci si separa e si cresce in famiglie allargate. Non esiste un percorso di sanità e un percorso tossico. Esiste l'essere cresciuti bene o male. La famiglia, qualunque sia la sua composizione, è un laboratorio. Oggi le famiglie allargate sono un dato di fatto, ma solo qualche anno fa sembravano un'aberrazione. Sono convinto che le coppie gay e i single che chiedono di poter adottare, dovrebbero avere il diritto di farlo perché la loro è una richiesta in nome dell'amore. E il dibattito non dovrebbe essere se permetterlo o meno, ma stabilire i criteri che consentano di capire, agli addetti ai lavori, se il nucleo familiare in fieri è in grado di poter accogliere bambini oppure no. Ci sono in Italia decine di migliaia di bambini in attesa di essere affidati a nuclei familiari e le adozioni, anche per le coppie etero, spesso seguono iter lunghi e complicati. L'obiettivo dovrebbe essere snellire le pratiche e permettere che nuove famiglie possano nascere.
Le posizioni della Chiesa cattolica sono legittime, ma legittime riguardo ai cattolici. La Chiesa ha il diritto di ricordare a chi segue i suoi principi che lei è contraria a qualsiasi forma di famiglia diversa da quella formata da un uomo e una donna e al di fuori del matrimonio.
Ma non ha alcun diritto di condizionare le leggi e le istituzioni dei paesi laici. I cattolici possono dire la loro, ma non influenzare o boicottare nuove leggi. Questo è profondamente ingiusto. Che dimostrazione di libertà e autonomia da parte dei partiti sarebbe se il dibattito elettorale potesse aprirsi e discutere di questi temi. Ma si ha troppa paura che il mondo cattolico, così determinante nelle elezioni, possa boicottare la parte che ha messo in tavola discussioni poco digeribili. Eppure, se la politica si tiene lontana da determinati temi, se getta la spugna e non affronta la possibilità di creare felicità, realizzazione, trasformazione culturale, che cosa si riduce a essere? Tasse? Appalti controllati?
Come per la battaglia sull'aborto. Si preferiva ignorare che impedendo una legge, morivano migliaia di donne in clandestinità. Ancor prima di discutere se manifestare o meno contro l'adozione per le famiglie omosessuali, ciò che lascia sgomenti è che molte persone credono che un bambino possa essere più felice senza una famiglia, a vivere in istituti di accoglienza, piuttosto che avere due mamme o due papà che possano volergli bene e dedicare le loro vite a lui. Preferiscono che un bambino viva in strutture e condivida l'affetto dei tanti professionisti che vi lavorano con altri bambini senza famiglia, piuttosto che a quel bambino sia dato tutto l'amore di una famiglia sua, un amore che loro considerano "diverso".
Messa così, questa, è davvero la peggiore delle cattiverie.
Roberto Saviano - L'antitaliano - L'Espresso n°3 del 24 gennaio 2013
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28 novembre 2012
GRAFICO DELLE POSIZIONI LGBT DI RENZI E BERSANI. PERCHE' NON ANDREBBERO VOTATI
Sarei curioso di conoscere il parere di Ivan Scalfarotto e di tutti i sostenitori omosessuali di Mattero Renzi: come argomentano questa carenza di proposte sensate e concrete relative ai diritti civili delle persone LGBT?
In questi giorni sentendo parlare i due candidati e leggendo questa impeccabile analisi, consiglierei a chiunque di non votare nessuno. Ma non si può; il primo turno ha scaraventato fuori dalla "competizione finale" due dei candidati più credibili e seri: Nichi Vendola e Laura Puppato.
Ora come ora è indispensabile un vero cambiamento e non trovo logico, corretto e serio riscaldare la solita minestra che ci vien data in pasto ormai da anni. Troppi.
E siamo al rush finale. Questi sono gli ultimi giorni per decidere chi guiderà il centrosinistra e forse anche il Paese. Come già Michele Darling aveva fatto per la prima manche, è sembrato opportuno sintetizzare e mettere a confronto le proposte dei due candidati rimasti in corsa.
Ad una veloce occhiata, non ci sono comunque molte differenze tra Renzi e Bersani: si può notare infatti una sostanziale uniformità tra le due proposte programmatiche qui esaminate. Ma, del resto, provengono entrambi dallo stesso partito.
Sul versante delle unioni civili, la proposta di Renzi pare di poco superiore a quella di Bersani, dato che le Civil Partnership si risolvono, in termini di "quantità di diritti", in un'assimilazione al matrimonio comunque maggiore rispetto alle unioni civili tedesche. Ma per una disamina delle differenze tra le due tipologie di unioni civili, vi rinvio al post appositamente scritto QUI.
Non dimentichiamo, però, che entrambe le soluzioni proposte dai democratici, in quanto "ad hoc", cioè per le sole coppie gay, si riallacciano alla cd. dottrina del Separate but Equal, la stessa che giustificava la segregazione razziale negli Stati Uniti. Per un approfondimento, vedi QUI.
Anche sul versante della genitorialità, la proposta di Renzi merita un mezzo punto in più, stante la proposta (confermata, però, solo in corsa) del SI all'adozione disgiunta, inserita adesso nero su bianco nel programma. Anche Bersani ha, però, aperto - durante il confronto pubblico a SkyTg24 - ad una qualche forma di riconoscimento dei bambini già presenti delle famiglie omogenitoriali. Se questo significhi anche un SI all'adozione disgiunta, io non lo so. E infatti non l'ho scritto nel grafico. Ma credo di sì (e per questa ragione ho riportato solo il virgolettato: decidete voi).
Rimane, comunque, il fatto che tutte quelle persone LGBT che, nei prossimi cinque anni, si troveranno in età da genitori potranno dimenticare (probabilmente per sempre) di poter accogliere nella propria famiglia un/a figlio/a: non tutti, infatti, hanno i soldi per fare i viaggi della speranza e la crisi economica sta certamente svuotando ulteriormente i portafogli. In questo senso, la vera vincitrice di queste primarie è Rosy Bindi, Presidente del PD, la quale aveva affermato: "Il desiderio di maternità e di paternità un omosessuale se lo deve scordare. [...] Non si possono creare in laboratorio dei disadattati. E' meglio che un bambino cresca in Africa".
Sorprende (ma non tanto, visto che era già intuibile in un'intervista a Gay.it), il no all'estensione della Legge Mancino ai crimini d'odio omo-transfobici, da parte di Renzi (per una spiegazione, vedi QUI).
Sorprende ancor di più che il comitato frociarolo di Renzi non sia stato in grado di far capire al proprio leader l'inutilità di un'aggravante generica che sanzioni i reati con movente omo-transfobico. Sempre su tale versante, neanche Bersani certamente brilla, data l'assoluta inconsistenza programmatica della laconica e insignificante frase presente nel suo programma: "E' necessaria una legge urgente contro l'omofobia". Sì, bravo, ma quale?
Il no al matrimonio da parte di entrambi, infine, recide definitivamente la speranza che, nei prossimi cinque anni, l'eventuale governo di centrosinistra riconosca parì dignità giuridica e sociale alle coppie omosessuali. Anche se io ho una mia teoria QUI, per quel che vale.
Ancora una volta, il Partito Democratico, lungi dall'essere una soluzione, si pone come un ostacolo alla piena consacrazione dei diritti LGBT.
E lo è ancora di più nella misura in cui non ha consentito che, durante queste primare, i cittadini potessero votare per i 6 referendum, che Civati & Co. avevano meritevolmente tentato di mettere in piedi. Prima ancora che nel flop di partecipazione, è esattamente in questo che può ravvisarsi il fallimento delle primarie: non permettere alle persone di esprimersi sulle posizioni politiche – cioè sulla vita e sul futuro – ma
illuderli di poter scegliere il candidato premier, quando invece è assai probabile che ci sarà un Monti-bis.
07 novembre 2012
LA LETTERA DI OBAMA SUI GENITORI GAY
Caro Barack Obama,
sono Sophia Bailey Klugh. La tua amica che ti ha invitato a cena. Se non te lo ricordi va bene lo stesso. Ma volevo solo dirti che sono felice che sei d’accordo che due uomini possano amarsi perché ho due papà e loro si amano. Ma a scuola gli altri bambini pensano che sia disgustoso e strano e questo ferisce il mio cuore e i miei sentimenti. Scrivo a te perché sei il mio eroe. Se tu fossi me e avessi due papà che si amano, e i bambini a scuola ti prendessero in giro per questo motivo, cosa faresti? Per favore rispondimi! Volevo solo dirti che mi sei d’ispirazione e spero tu vinca e diventi il presidente. Renderesti il mondo un posto del tutto migliore.
La tua amica Sophia
P.S. Per favore saluta le tue figlie da parte mia!
Jonathan Bailey, papà di Sophia, ha pubblicato su Facebook la lettera di sua figlia e anche la lettera di risposta ricevuta pochi giorni dopo dalla Casa Bianca (la cui autenticità è stata confermata al sito Letters Of Note dall’amministrazione).
Cara Sophia,
grazie per avermi scritto una lettera così profonda sulla tua famiglia. Leggerla mi ha reso orgoglioso di essere il vostro presidente e ancora più speranzoso riguardo il futuro della nostra nazione.
In America non esistono due famiglie che siano uguali. Noi celebriamo questa diversità. E riconosciamo che a prescindere che si abbiano due papà o una mamma quello che conta più di tutto è l’amore che mostriamo l’un l’altro. Tu sei molto fortunata ad avere due genitori che si prendono cura di te. Loro sono fortunati ad avere una figlia eccezionale come te.
Le nostre differenze ci uniscono. Tu e io siamo benedetti dal vivere in un paese dove siamo nati uguali, dove non importa come sembriamo esteriormente, dove siamo cresciuti o chi siano i nostri genitori. Una buona regola è trattare gli altri nel modo in cui speri che loro trattino te. Ricorda ai tuoi compagni di scuola questa regola se ti dicono qualcosa che ferisce i tuoi sentimenti.
Grazie ancora per aver trovato il tempo di scrivermi. Sono onorato di avere il tuo sostegno e sono ispirato dalla tua comprensione. Mi dispiace di non essere venuto a cena, ma saluterò Sasha e Malia da parte tua.
Cordialmente,
Barack Obama
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27 settembre 2011
IL LUPO IN CALZONCINI CORTI TORNA SU RAI TRE
Dopo un anno dalla prima messa in onda, domani, 28 settembre 2011 alle 23.30, "IL LUPO IN CALZONCINI CORTI" tornerà a ululare nella notte di Rai Tre grazie a DOC3 l'unico programma della televisione pubblica che presenta documentari d'autore incentrati sui temi d'attualità più controversi della società, con una particolare attenzione al lato umano.
Non capita a tutti i documentaristi, soprattutto italiani, di riuscire a portare a termine un lavoro così lungo realizzato con poche risorse e su un argomento così complesso come quello dellefamiglie gay. Argomento che qui in Italia è considerato ancora un tabù.
La tenacia insieme alla linfa che il pubblico ha dato a questo progetto, sostenendolocon il pre-acquisto e con un costante passaparola, sono diventati gli elementi fondamentaliper far diventare "Il Lupo In Calzoncini Corti" un esempio di grande successo di un'OPERAPRIMA indipendente che sta girando i festival d'oltreoceano, quelli europei e presentato ufficialmente in Italia, per la prima volta in sala, al Festival MIX di Milano il 29 maggio 2011, dove è stato premiato come MIGLIOR DOCUMENTARIO.
I gay sono costituzionalmente sterili. Questo è ciò che vorrebbero farci credere in Italia.E' tempo di ascoltare la voce delle famiglie omogenitoriali italiane. E' tempo di ascoltare la voce dei loro figli. Quei figli che non dovrebbero esistere.
"Il Lupo In Calzoncini Corti" parla di loro. Anzi di più. Sono loro stessi a raccontarsi in questo film documentario che ha vissuto per due anni spalla a spalla con due di queste famiglie e i loro bambini. Il primo film italiano che lascia parlare loro, i bambini, ma soprattutto un film importante perché realizzato grazie al sostegno del PUBBLICO!
Nell'estate del 2009, più di un anno prima della realizzazione del film, era stato chiesto al pubblico di partecipare alla produzione dal basso. Un gesto partecipativo per portare alla luce storie di ordinaria discriminazione, storie di un'Italia invisibile.Per più di un anno si è cercato un pubblico che smettesse per un attimo di essere l'anello finale di una catena di montaggio ed acquisisse un ruolo attivo, esercitando il suo potere decisionale. Un pubblico che contribuisse direttamente alla produzione del documentario con il pre-acquisto del Dvd prima della fine della sua realizzazione.
La produzione ha chiesto 14 euro per permettere al film di raggiungere i palinsesti televisivi entro la fine del 2010. 14 euro per contribuire consapevolmente e direttamente alla produzione di un lungometraggio che avrebbe mostrato agli italiani ciò che i nostri politici continuano ad ignorare. E HA FUNZIONATO!!! Grazie al sostegno di 550 sostenitori che hanno creduto nel progetto il film ha superato le barriere che gli erano imposte e ha raggiunto il palinsesto di Rai Tre! Il film é andato in onda il 28 luglio del 2010 su DOC3 (e in replica domani 28 settembre 2011), sulla terza rete nazionale. Un successo per un progetto cosí indipendente e dalla tematica cosí discussa.
"NON MI SENTO NE' MIGLIORE, NE' PEGGIORE: MI SENTO UGUALE"
Federico, 9 anni.
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