Riguardo alla comunità LGBT, il religioso parla dei gay pride (un tempo da lui demonizzati) sostenendo che "in questo particolare momento storico esiste per questo gruppo di persone il bisogno di autoaffermazione, di mostrare a tutti la propria esistenza, anche a costo di apparire eccessivamente provocatori".
Il cardinale, poi, si dice anche "pronto ad ammettere che in alcuni casi la buona fede, le esperienze vissute, le abitudini contratte, l'inconscio e probabilmente anche una certa inclinazione nativa possono spingere a scegliere un tipo di vita con un partner dello stesso sesso" e che "tale comportamento non può venire né demonizzato né ostracizzato".
Riguardo alle unioni omosessuali, infine, Martini ribadisce che la famiglia va difesa ma "Non è male, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella Chiesa, se la prende con le unioni civili [...] Se alcune persone, di sesso diverso oppure dello stesso sesso, ambiscono a firmare un patto per dare una certa stabilità alla loro coppia perché vogliamo assolutamente che non lo sia?".
La Chiesa cattolica - afferma in conclusione il cardinale - promuove le unioni che favoriscono il proseguimento della specie umana, ma "non è giusto esprimere alcuna discriminazione per altri tipi di unioni".
Fonte: Gayburg
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