"Per Arcigay, l'outing, e cioè la pratica di fare i nomi di omosessuali o lesbiche che per diverse ragioni hanno scelto di vivere segretamente il loro orientamento sessuale, è una pratica di estrema violenza, del tutto estranea alla nostra storia, cultura e orizzonte politico. Arcigay si dissocia quindi da iniziative di quel genere e condanna con la massima severità perché gratuite, violente ed inutili", così Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay.
Patanè rivolge parole molto dure a chi, in questi giorni, "si è fatto promotore e attore di un gesto così violento e vigliacco".
"In particolare", spiega il presidente di Arcigay "l'annuncio del supporto di soggetti anonimi, di profili segreti, di siti registrati all'estero che potrebbero fare i nomi di omosessuali italiani renderebbe il gesto privo di identità e responsabilità. L'uso, nel movimento gay, di strumenti alla macchina del fango, gli stessi che hanno inquinato la convivenza nel nostro Paese, è conferma della degenerazione politica di parte dello stesso. E' una parte distinta e distante da Arcigay che esaurisce la sua battaglia politica in operazioni di marketing propagandistico di pessimo gusto e superficiale presenzialismo sulla stampa".
"L'outing è inutile e rischia di produrre solo falsità sulla scia del più becero pettegolezzo. Arcigay difende la libertà e il diritto: il diritto di essere se stessi nei modi, luoghi e tempi in cui ognuno liberamente ritenga. Abbiamo da sempre rispettato questo principio che è nostro valore fondamentale, tutelando la privacy dei nostri soci con rigore, rispetto e lealtà. Nessuna eccezione è pensabile", conclude Patanè.
Contrario anche Franco Grillini presidente onorario Arcigay: "Non credo che con azioni di questo tipo si possano portare a casa buoni risultati. Per quanto mi riguarda prima di agire mi sono sempre chiesto: che cosa sposta? La mia azione è in grado di dare qualcosa di più (in chiave di risposte legislative) al movimento che rappresento? Se la mia coscienza e la mia ragione rispondono di no, sospendo la mia iniziativa".
"Questo vuol dire che se sputtano al mondo i nomi dei parlamentari omosessuali non risolvo il problema e forse mi metto contro chi in incognito potrebbe aiutarci a raggiungere gli obiettivi che ci proponiamo da qualche tempo. L'obiettivo di Mancuso qual è? Tra l'altro, Aurelio, deve trovare il modo, eventualmente, di evitare problemi legali: la nostra legge sulla privacy è molto severa da questo punto di vista. E qui si tratta di gestire con oculatezza dati sensibili. Altrimenti non so come andrà a finire l'iniziativa". E conclude: "L'autore e inventore dell'outing si chiama Michelangelo Signorile, è un editorialista della rivista gay americana The Advocate: lui diceva che l'outing si fa nei confronti di una persona che pur essendo omosessuale si comporta da omofobo. Francamente, ad Aurelio faccio notare: c’è un ministro gay che parla male o blocca le leggi a favore dei gay? Queste cose si fanno quando le accuse sono suffragate da prove, altrimenti sarebbe una delazione di massa che rischia solo di confezionare un bel pò di casino".
19 settembre 2011
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eh bien bravo pour une fois à ces gens !et quand bien même serait-ils homos mais sans approuver le ridicule "mariage" gay ?
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