Nella puntata di CINEMATOGRAFO mandata in onda questa notte su Rai Uno i critici cinematografici presenti in sala hanno "distrutto" MILK considerendolo addirittura un "filmaccio".
Riporto le parole esatte di alcuni commeti:"[...] E' di un tale distacco che non ti coinvolge mai. Non mi ha convinto fino in fondo [...]" (Gian Luigi Rondi)
"[...] E' un film di propaganda, con personaggi messi lì tanto per stare. E'di una banalità assoluta non coinvolgente [...]" (Anselma Dall'Olio. Moglie di Giuliano Ferrara ndr)
"[...] Convenzionale [...]" (Daniele Sesti)
"[...] 15 anni fà sarebbe stato considerato un film ingrato, adesso è un film che segue la corrente. Tutti vogliono fare film di omosessuali. Non c'è più lotta. Non c'è più discussione..... E' molto tradizionale come fosse un dettato [...] (Giorgio Carbone)
"[...] Con questi film i nostri cari votanti dell'Academy si permettono di escludere film come Mystic River o Gomorra. Un vero filmaccio ricattatorio, banalissimo nello stile agiografico che non approfondisce la parte politica, e lo spirito populista molto particolare. Dal punto di vista di racconto della vita privata è solo un seguito di scenette di una melenzaggine insopportabile [...]" (Valerio Caprara)
Tutti concordi sulla bravura di Sean Penn
Mi chiedo solo se questi signori abbiano veramente visto il film dall'inizio alla fine. Sforzandomi posso comprendere il fatto che il tema non sia di loro gradimento, ma andarci giù con tutte queste considerazioni mi sembra un pò eccessivo. Omofobia latente?
AGGIORNAMENTO del 27.01.2009 h. 09.15
Sono riuscito a recuperare il video della puntata. Fate le vostre considerazioni...
Ipocriti. Dicano chiaramente che hanno guardato il film coi paraocchi della loro omofobia. Ancora non ho visto il film, lo farò a breve, ma sono sicuro che sia molto bello, indi per cui per me questi critici possono anche tornare a raccogliere i pomodori nell'agro pontino, gli si addice di più.
RispondiEliminaMa sai Giorgio che stavo per scriverti una mail?
RispondiEliminaHo assistito ieri in diretta (causa la mia gufaggine, che non vuol dire che porto sfiga ma che non dormo mai prima delle 3 ^^) alla puntata di Cinematografo. Uno scempio, e non parlo in termini di mera critica o opinioni personali, tutt'altro, bensì per come un tale film è stato interpretato.
Hai sentito cosa ha detto quel grand'uomo di Caprara sul finale della trasmissione? Che si tratta di una porcheria.
Ora per una volta nella mia vita NON voglio fare il modesto o il pivello, e dico la mia. Non sono un critico di professione, ma sono almeno 15 anni che "vivo" di pane e cinema e posso permettermi di dire qualcosa. Caprara non capisce una ceppa.
Non so se avete mai letto le sue recensioni sul Mattino... spesso sono illeggibili, non fluenti come periodi e fraseggio, classiste e superficiali. E badate bene, sia che si tratti di film lodati e esaltati che di pellicole massacrate dal suo alto parere. Con l'uscita di ieri ha toccato il fondo, perchè chiedo al signor Caprara cosa intende allora per porcheria. Se Milk è una porcheria, allora io dovrei andare al cinema 3-4 volte all'anno e forse meno, perchè a questo punto viene del tutto scombussolata la mia idea di buon/cattivo film. Stiamo scherzando spero!
Milk è una meraviglia. E' coinvolgente, autentico, entusiasmante, pulsante di vita e di cuore. All'uscita sala (altra genialata di quell'aborto di cinematografo) io non avrei saputo cosa dire, sarei stato zitto e sarei scappato davanti alle telecamere di Marzullo. Non sono riuscito a commentare per almeno un'ora buona tanta era grande la portata della storia, tanto era forte lo spaccato culturale di quegli anni e tanto sono state immense le prove attoriali. Avevo i brividi e un pò anche gli occhi lucidi. Ovvio che le mie sensazioni possono essere state amplificate dalla mia situazione e che il tema trattato dal film di Van Sant mi/ci sta particolarmente a cuore... Ma anche gli altri che erano in sala, etero, gruppetti di amiche e amici, sono rimasti ammutoliti dalla grandezza di questo biopic e dell'immensa interpretazione di Sean Penn, soprattutto sono rimasti stupefatti dalla vita di Harvey Milk, il vero Harvey Milk, l'uomo e non l'attore. Un personaggio che pochi conoscevano bene e che ora invece siamo in grado di comprendere. Questo è lo scopo di qualunque buon biopic che si rispetti e molte pellicole non riescono a raggiungerlo...
Vogliamo essere cattivi? Ma l'avete visto in faccia Giorgio Carbone? No perchè io non riesco senza ridere... occhialetti spessi come fondi di bottiglia, capello con riporto impomatato, espressione tra l'assente e il depresso... sembra uscito da un film muto di Stanlio e Ollio! Nulla togliere alla sua professionalità, ma la frase "Tutti vogliono fare film di omosessuali" cosa vuol dire???? :)
E soprattutto: ma quando mai?!? Aò, io controllo peggio di un esercente le uscite in sala e non mi sembra ci sia sto grande proliferare di commedie gay, oppure il critico in questione è rimasto impressionato dall'uscita "ravvicinata" di Baby Love? O dal prossimo Diverso da chi? made in Italy? (il trailer tra l'altro mi ha fatto rabbrividire...).
Questo per dire che avendo visto Milk non riesco non solo a trovarmi d'accordo con le critiche dette, ma soprattutto non riesco a capirle, il che per me è gravissimo! Non ho trovato UNA scena melensa, UNA sequenza fuori posto, UNA battuta non doverosa di essere inserita.
Non l'ho trovato freddo, non è distaccato. Durante la sequenza della marcia di protesta mi veniva voglia di alzarmi e urlare con i protagonisti... Ma i signori si rendono conto che si tratta di una storia vera, e quindi che voli pindarici o particolari esagerazioni forse sarebbero state fuori luogo? Non è banale, è precisamente l'opposto della banalità.
Sottolineo comunque la presenza in studio di Edoardo Bruno, che dall'alto dei suoi 80 anni è stato l'unico a dire qualcosa di sensato e sentito: "un film che apre gli animi e che esalta i diritti civili, indipendentemente dal sesso, va oltre".
Milk è un film necessario e sacrosanto. Per quello che trasmette e per come è stato girato. E' bello sia per la forma che per il contenuto. E se è stato giudicato film di propaganda, ben venga la propaganda santo cielo!
Scusate lo sfogo... ;)
Diego
Grazie Diego. E' esattamente quello che volevo sentir dire.
RispondiEliminaHo caricato il video...non ci sono parole!
Grande! Così tutti potete vedere l'espressione intelligente di Giorgio Carbone ahahahahaha!!! :) Un uomo un perchè!
RispondiEliminaNon ho visto il video, ma immagino che c'erano i critici inginocchiati al vaticano. Triste spettacolo.
RispondiEliminaSono sincero: il film non ha convinto nemmeno me, o meglio, a quella parte di me che ha cercato di mettersi nei panni di uno che di gay o di diritti umani non gliene frega niente.
E' vero: è schematico, moscio, poco avvincente, una sequenza...
Ma dai critici mi aspetterei la capacità quanto meno di valorizzare la storia che racconta quel film, in quetso è assolutamente attuale. Non abbiamo anche noi un cantante che cerca di eliminare i diritti degli omosessuali?
Salve a tutti. Sono Daniele Sesti. Ho letto i vostri interventi e ne sono rimasto molto dispiaciuto. Io, personalmente, mi sono limitato a fare una critica di carattere "tecnico" al film di Gus Van Sant definendolo convenzionale nella sua genesi narrativa in quanto dal regista di "Paranoyd Park” mi sarei aspettato qualcosa di più innovativo nelle riprese e nel montaggio del film. Ho anche detto, ascoltateli per intero gli interventi, che nonostante tutto il film però è importante in quanto rappresenta lo spaccato di un’epoca, e racconta una storia, che era giusto raccontare.
RispondiEliminaDetto questo, lasciatemi dire che trovo profondamente ingiusto essere accusato di omofobia solo perché non mi è piaciuto un film che racconta la vita di un gay. E come se venissi tacciato di antisemitismo se non mi piace “Schindler’s List” o di essere un pedofilo se ho qualcosa da ridire su “Il dubbio” (a proposito, questo è davvero un gran bel film e ve lo consiglio).
Mi auguro e mi aspetto – e pretendo - una misura di maggior tolleranza in un blog che si chiama “Superpop”.
Grazie per la vostra attenzione.
io sono d'accordo con Gian Mario Felicetti.
RispondiEliminaTrovo il film importante, soprattutto in Italia, per gli argomenti trattati, però se devo parlare "a pancia", non trovo il film "bello".
Gentile sig. Sesti,
RispondiEliminasono stupito che mi abbia scritto l'unico relatore di cui non ho citato dichiarazioni tendenziose.
Premettendo che in effetti i toni di alcuni commenti a questo post sono stati, in parte, abbastanza "duri", vorrei precisare alcuni punti della mia posizione.
La mia domanda riguardante l'omofobia latente era ed è una pura provocazione. Una provocazione di pensiero. Uno spunto di riflessione ed uno stimolo alla discussione. Etimologicamente parlando, per omofobia non si intende solo odio per i gay, ma anche lucida volontà di contrastare l'avanzata della nostra consapevolezza individuale e comunitaria, e delle nostre potenzialità rivoluzionarie, che mi sembra il fine del coro a cui, consapevolmente o meno si è unito. In tal caso ci terrei a sottolineare soprattutto i pesanti "punti di vista" di due suoi colleghi che non hanno avuto mezzi termini per argomentare il loro intervento. Con questo non voglio dire che di MILK bisogna parlarne bene a tutti i costi e "puntare il dito contro" chi lo stronca, tacciandolo di omofobia. Lo stesso Caprara anticipa le polemiche dicendolo chiaramente ma il dubbio che la stroncatura potrebbe essere dovuta al tema più che al risultato c'è, intendiamoci e credo che anche in passato, sempre i suoi colleghi, ne abbiano dato ampie dimostrazioni.
Quando ha parlato di "film convenzionale" a cosa avrebbe voluto riferirsi? Personalmente quel'aggettivo mi ha
inquietato. Dal mio modesto punto di vista le convenzioni sono le romanticherie eterosessiste, in cui i personaggi gay di rito sono buoni, maschili e benestanti, le lesbiche psicopatiche assassine, e
le trans prostitute tossiche. Interpretando la voce di alcuni lettori e di gran parte del popolo eterosessualeche ha visto entusiasta il film (magari essendo anche completamente estranei alle "cause GLBT") stiamo apprezzando tanto i contenuti tanto la forma di un film che a nostro avviso riuscirà (o rischia?) di ricompattare le nostre forze e far tornare la voglia di lanciare torte
in faccia alle troppe Anita Bryant di questa classe dirigente malata di sensazionalismo e perbenismo, e armata di operatori mass-midiatici strateghi dell'anti-informazione.
Quanto alla "tolleranza" mi permetta di appuntare che i blog, sono spazio libero dove esprimere liberamente la propria opinione non necessariamente "convenzionale" che si interfaccia e si amalgama ad una covivenza di generi. Di modi di essere.....
Sarebbe interessante conoscere anche cosa ne pensano i suoi "colleghi".
La ringrazio
GIOrGIO
SuperPop
Premesso che non c'è liberta senza tolleranza, preciso, e ribadisco, che il termine "convenzionale" era riferito esclusivamente a come il film è stato realizzato (in maniera piana, senza quelle originalità stilistiche alle quali il regista ci aveva abituato con gli ultimi suoi tre film).
RispondiEliminaComunque, spero di aver chiarito il mio pensiero. Essere ritenuto tra coloro che non tirerebbero torte in faccia a tutte le Anite Bryant di questo mondo sarebbe troppo duro da sopportare.
Saluti
Daniele Sesti
Intervengo con colpevole ritardo in questa discussione che ho seguito dall'inizio e riguardo alla quale ho già parlato con l'autore del blog in privato.
RispondiEliminaCome già detto a GIOrGIO non credo che non si possa commentare negativamente un film solo perché tratta di temi GLBT e che facendolo si possa essere accusati di essere omofobi.
Riguardo al film devo ammettere che pur avendolo apprezzato ho trovato alcuni dei commenti dei vari critici piuttosto condivisibili sebbene non avrei mai usato termini e toni che loro hanno scelto perché forzatamente provocatori.
Il film, nel suo insieme è piuttosto "didascalico" il che potrebbe fare il paio col citato "agiografico". E' vero che si tratta di un biopic ma l'interpretazione artistica può esserci anche nella lettura di una biografia. Ovviamente non dare una lettura personale ad una "storia vera" non è una colpa ma sicuramente può non essere un pregio.
Inoltre ho trovato il film piuttosto mirato al pubblico gay che già conosce la storia di Milk e del movimento. Forse perché faccio un raffronto con lo scenario italiano ma non so quanto il pubblico eterosessuale possa aver condiviso la storia fino in fondo. In America magari la situazione è diversa e alcune "mancanze" storiche sono dettate da una conoscenza generale dell'argomento superiore a quella italiana.
Con questo non voglio dire che degli eterosessuali che vedano il film non ne capiscano l'importanza della storia narrata o non apprezzino la militanza e la forza della figura di Milk ma solo che non so quanto conoscano il contesto sociale in cui si è sviluppata e che ricorda tanto tanto da vicino il contesto nostrano odierno (purtroppo!).
E' pur vero che aggiungere anche questo ne avrebbe facilmente aumentato la lettura documentaristica e per questo, magari, poteva servire una interpretazione più personale anche a scapito della aderenza alla realtà.
Per quanto riguarda il commento del signor Sesti:
non so se condividere pienamente l'impressione di un film "convenzionale" per quel che riguarda riprese e montaggio ma sicuramente potrei dissentire dallo stesso commento applicato alla "genesi narrativa".
Riguardo alla storia, infatti, a mio avviso il film è tutt'altro che convenzionale intanto per la storia stessa che viene narrata e per la scelta della storia stessa.
Nel cinema internazionale siamo tutti abituati a film che trattano i temi omosessuali in maniera "intimistica" e personale quindi la scelta di trattare un tema apertamente ed esclusivamente politico è già di per se anti-convenzionale.
La militanza politica di Milk è tutt'altro che personale e coinvolge, nel film come nella sua vita, la politica "dei grandi numeri", non tratta di battaglie personali o discriminazioni soggettive ma della battaglia di un'intera comunità che deve estendersi a tutta la società.
Penso alla differenza che ci può essere con Philadelphia, con Morte a Venezia, con I segreti di Brokeback Mountain e molti altri che narrano di storie personali. Coinvolgenti, ispirati, battaglieri ma sicuramente non politici. Lo stesso Philadelphia che vede in scena una battaglia contro i pregiudizi in realtà racconta una storia personale al contrario di Milk che racconta le battaglie di tutti, etero o gay che siano. Oltre tutto si parla di una comunità che si rendeva conto di essere tale solo in quegli anni e soprattutto grazie ai pochi personaggi come Milk.
Questa scelta "tematica" rende già il film "non convenzionale" a mio avviso.
Inoltre le criticate "scenette di una melensaggine insopportabile" (so bene che non sono parole di Sesti ma servono come aggancio!) sono anch'esse scelte non convenzionali. Siamo tutti abituati a scene domestiche "normalizzate" e "imborghesite" o provocatoriamente "anticonvenzionali" rispetto alla vita di coppia eterosessuale o ancor di più a scene politically correct senza scheccate e stereotipi. Il film, al contrario, mette in scena frociate, effemminatezze e litigi tipiche di molti ma comunque legate all'impegno politico. Mentre buon costume contemporaneo vorrebbe che i gay siano meno effeminati di quanto gli stereotipi vorrebbero (non è vero ce ne sono tanti che scheccano senza per questo rappresentare la totalità o dover essere criticati!) e che l'impegno politico escluda automaticamente quel genere di omosessuali (cosa altrettanto erronea visto che sarebbe come pretendere che tutti quelli di destra siano biondi!) il film mette in scena tutti, senza distinzione e senza discriminazioni.
Ad ogni modo sono contento di sapere che il signor Sesti sia pronto a tirare "torte in faccia a tutte le Anite Bryant di questo mondo"!
Ovviamente mi scuso per la lungaggine del commento ma le cose che volevo dire erano molte e non ho il dono della sintesi in casi del genere! :)
Andrea aka QueerBoy
Vedo cinematografo tutte le domeniche notti e seguo sempre cn attenzione gli interventi dei critici riguardo ai film usciti nelle sale.SENTIRE DA Un professore di storia e critica cinematografica all universdità di Napoli, come Valerio Caprara, TACCIARE come "FILMACCIO" Milk di Gus Van Sant francamente fa accopponare la pelle e, non nascondo ,che davanti a tanta grezzaggine ,mi è venuto da ridere.Un commento decisamente ruvido e banale ,pronunciato con una tale isteria nei toni(mentre parlava ,per un attimo ho temuto che gli venisse un emorragia nasale o peggio un coccolone ) che sembravano dettati piu -secondo me - da (ri)sentimenti personali o pseudo principi morali che da altro.Devo dire un vero Anita Bryant della situaziione !!
RispondiEliminaAH ...NON MI SONO PRESENTATO MI CHIAMO SIMONE (HO SCRITTO L ULTIMO POST 31 GENNAIO 15 45 )COMPLIMENTI PER IL BLOG E VORREI SAPERE SE CI SI PUO ISCRIVERE...CIAO
RispondiEliminaCiao Simone, grazie per aver lasciato il tuo commento e per i complimenti al blog.
RispondiEliminaNon c'è una registrazione vera e propria nel senso che hai varie possibilità: possedere un account su Google, Blogger, WordPress, LiveJournal, TypePad, AIM, OpenID oppure inserire il tuo NOME, casomai indicando anche un tuo eventuale indirizzo web, nel menù a tendina che trovi sotto lo spazio bianco dove scrivi il tuo commento.
Allora...
RispondiEliminaDa amante del cinema e delle cose belle...
Riporto subito una battuta di mia sorella come unico commento alla puntata di cinematografo: "certo che il film non incontra il loro gusto...è a colori"...massimo rispetto per tutti, ma vedere una platea di critici di età media 75 anni già ti deprime...
entrando più nel merito...
e tralasciando due piccole cose: sì, chi critica in quel modo senza mai entrare nel merito un film "gayo" lo fa solo per omofobia, sì c'è un bisogno spasmodico di cinema e letteratura gay il più convenzionale possibile per far entrere nei cervelli che l'anormalità è il non rispetto per mio fratello...Tralasciando questi due aspetti mi permetto di entare nel merito "tecnico"...
Sentire accusare Gus Van Sant di convenzionalità mi fa deformare e urlare di rabbia (avete presente un quadro di bacon?)...
Ma chi parla ha visto il film? e se sì quante volte? Quando io noto qualcosa che non mi convince nell'opera di un regista che stimo fin nel midollo, mi faccio 25 esami di coscienza e mi chiedo: Perchè avrà fatto così?
in questo caso non ne ho avuto nemmeno bisogno.
Milk è perfetto perfino nella cosa più importante e difficile del cinema: dire stilisticamente esattamente quello che si racconta. Quando harvey inizia la sua lotta è un hippy sfacciato...e la regia lo segue in questo (prova ne sia che tantissime persone mi dicono: l'inizio non mi è piaciuto...)c'è più pastiche di colori, ci sono alcuni tagli poco convenzionali, il montaggio è più azzardato...man mano che milk "prende la forma" di un politico rispettabile il film diventa più, vogliamo dirlo? convenzionale...
Fino ad arrivare ad un finale da 5 stelle Hollywood.
Non è che sia troppo complicato da vedere, solo che lo capisco...è molto più facile dare etichette...van sant è "quello lì", howard "quell'altro lì" e se succede qualcosa che non capiamo...zac...fa schifo il film.
Ragazzi...ma se ieri un egregio esponente del PdL ha parlato di "valore della semplificazione" cosa pretendiamo? Cinematografo e i suoi 10 minuti mal contati per 35 ospiti seguono pienamente il mood di palazzo...
scusate se mi sono dilungata...
e pensare che avrei ancora 1000 cose da dire.
Complimentissimi per il blog, adesso me lo giro per bene.
Un sorriso,
Darkene DiCembre
Grazie Darkene. Adesso però vogliamo sapere le altre 1000 cose che hai da dire!
RispondiEliminacioè mi stai invitando a nozze?
RispondiEliminaquello che volevo dire è più o meno quello che ho scritto nella mia recensione di Milk.
E poi aggiungo: l'omofobia è una bestia schifosa e latente. Vi riporto un aneddoto: ero al cinema con un amico, che, ovviamente, non si considera affatto omofobo, che si è commosso per il mio gayo romanzo e che sometimes va pure in qualche locale queer...ebbene, alla fine di Milk mi ha detto: "bellissimo, commovente etc etc...Ma non c'erano un po' troppe scene di sesso pesanti?"............................
Secondo me non c'è bisogno di commentare.
Pensate quale sia l'assuefazione all'eterosessualità, fisica, affettiva e quanto invece faccia paura l'omosessualità.
Bom. Basta.
Buoina serata!
ovviamente ero di nuovo Darkene!
RispondiEliminaErrata corrige!
RispondiEliminaFinora avevo giudicato Milk un "film per gay", come argomentato nel commento che ho postato qualche giorno addietro. Bene: ammetto che mi sono sbagliato!
Man mano che passano i giorni sento sempre più gente che ha visto il film e sempre più "etero" assolutamente e incondizionatamente entusiasti del film il che vuol dire che senza dubbi il film arriva al pubblico "non preparato".
Sono contento di essermi sbagliato in questa valutazione perché il film e la storia di Milk è molto più importante che sia compresa dagli "etero" che dagli "omosessuali" (se avesse senso questa distinzione ma sforzatevi di capire cosa intendo!).
Grazie Andrea. Mi fa veremente piacere sapere di viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda.
RispondiEliminaHo visto il film...mi sono emozionata, ho pianto, ho sognato un mondo migliore, senza ipocrisia né discriminazione di ogni genere. Mi spiace sapere che in italia i critici abbiano distrutto(immotivatamente) uno dei film più belli che abbia mai visto. Non conoscevo la storia di quest'uomo fantastico...ne nascessero di più al mondo persone come lui...
RispondiEliminaBuona serata! :)
Jinny