14 gennaio 2010

I SEGNALI IMPORTANTI

I titoli dei giornali e dei siti internet sbandierano i sette anni di condanna a "Svastichella" e gridano alla giustizia che è stata fatta. Cominciamo subito col dire che una condanna a sette anni non è nè giusta nè ingiusta ma probabilmente semplicemente dovuta per chi viene condannato con rito abbreviato (erano quindi 10 gli anni) per tentato omicidio. Ciò che stupisce sono le reazioni politiche e associative che inneggiano alla giustizia fatta e al segnale che è stato dato con tale sentenza. Sette anni per tentato omicidio, lesioni gravi e porto d'armi improprie sono davvero esemplari? E dire che finalmente è stata fatta giustizia vuol dire che ci si aspettava che Svastichella venisse assolto? Per tentato omicidio? Il sindaco di Roma parla di condanna esemplare e il Ministro Carfagna di "segnale importante": "Una condanna dura e giustissima. Che non va considerata soltanto una semplice sentenza, ma un monito nei confronti di quanti commettono reati, più o meno gravi, in nome della discriminazione: chi lo fa finisce in galera, viene punito severamente e non ci sono scusanti .E' importante che questa sentenza sia arrivata presto, perché sono certa che servirà a fermare qualunque tentativo di emulazione.I sette anni di reclusione comminati all'aggressore sono un segnale forte di solidarietà alle vittime, così come lo è la prima campagna istituzionale contro l'omofobia che questo governo ha voluto realizzare".
Secondo sindaci e ministri, quindi, l'aggressione e il tentato omicidio di gay e lesbiche normalmente non sarebbe punito ma in questo caso si è voluto dare un "segnale importante" e condannare un tentato omicida per far sapere agli altri che chi accoltella un gay "finisce in galera, viene punito severamente e non ci sono scusanti". Peccato che questi commenti sarebbero stati adatti al caso e alla sentenza se si fossero considerati, in assenza di una legge anti-discriminazione, come aggravanti almeno i "futili motivi". Invece no, ad influire sulla condanna sono stati i precedenti dell'uomo e la sua pericolosità sociale oltre alla sua infermità mentale (che ha portato ad uno sconto considerandosi un'attenuante!).
Forse per una volta l'unico commento appropriato è stato quello di Arcigay che, per la prima volta, è stata ammessa come parte civile in un processo e per questo riceverà la somma simbolica di una euro di risarcimento. Peccato che i giornali parlino di risarcimento ad Arcigay Roma per i danni d'immagine subiti invece che di danno per la comunità GLBT, ma questa è un'altra storia.
A proposito di altre storie: non si era costituito parte civile anche il Comune?

Fonte: QueerWay

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