Si chiama Yury Luzhkov, classe 1936, guida il comune più omofobo del vecchio continente, quello moscovita e da quando è sindaco si è opposto ad ogni rivendicazione delle associazioni omosessuali russe e ha combattuto contro gli omosessuali. Recentemente, a due donne che volevano legalizzare il loro rapporto affettivo, ha risposto picche e più ancora tutti i tentativi di tenere i Gay Pride a Mosca, sotto la sua reggenza, sono finiti in scontri e violenze diffuse, pestaggi e incarcerazioni. Non ultimo quello del maggio scorso, dove la polizia spalleggiata da gruppi untraortodossi nazionalisti ha dissuaso con violenza, i manifestanti a continuare la manifestazione. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Apcom-Nuova Europa, il sindaco di Mosca, in una trasmissione televisiva è tornato sul tema e con tono sprezzante ha dichiarato che i Gay Pride sono insani. Ma non solo! Spinto da una forte omofobia senza pari, Luzhkov dichiara: "Quella russa è una società morale e sana, e respinge tutte queste checche. (…) Io vieto tali sfilate e questa decisione è ben pensata. Inoltre questa non è solo una decisione del sindaco. La nostra società è contro queste manifestazioni". Insomma, pare dire Luzhkov, in Russia e particolarmente a Mosca, l'omosessualità non ha diritto di vita né di visibilità. Quando, lo scorso 16 maggio, si tentò di manifestare per l'orgoglio omosessuale, 20 attivisti furono arrestati, tra cui Nikolai Alekseev, fondatore del sito GayRussia. In televisione, il sindaco di Mosca, tanto per non apparire così sprezzante come in realtà lo è, dice che quei divieti sono a favore dei manifestanti e per la loro protezione, e la spara feroce: "Anche se ottenessero il permesso di tenere la parata, verrebbero semplicemente uccisi. Abbiamo cristiani radicali che nutrono sentimenti molto forti contro quete manifestazioni del diavolo, come le considerano".
Che dire? Si resta basiti di fronte a queste dichiarazioni.
Che dire? Si resta basiti di fronte a queste dichiarazioni.
Fonte: QueerBlog
che marcisca all'inferno lui e tutti quelli come lui
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