Gli atteggiamenti particolarmente omofobi potrebbero nascondere delle tendenze omosessuali latenti. Lo suggerisce uno studio pubblicato dal Journal of Personality and Social Psychology, secondo cui l'ostilita' verso i gay è influenzata anche dall'ambiente familiare. "Gli individui che identificano se stessi come eterosessuali ma nei test psicologici mostrano una forte attrazione per persone del loro stesso sesso - spiega Netta Weinstein dell'università inglese dell'Essex - potrebbero sentirsi minacciati dai gay e lesbiche proprio perche' questi ricordano loro le proprie tendenze inespresse".
Lo studio riporta i risultati di quattro diversi esperimenti condotti negli Usa e in Germania in media su 160 studenti universitari. La propensione all'omosessualità è stata misurata sia attraverso il tempo impiegato dai soggetti ad associare la parola "me" alla parola "gay" o "etero" sia facendo scegliere loro tra una serie di foto di uomini o di donne. L'omofobia è stata invece misurata sia apertamente tramite un questionario sia attraverso dei test di completamento di parole.Un'altra serie di questionari ha infine misurato quanto autoritarie fossero le famiglie dei partecipanti all'esperimento. In tutti gli esperimenti, scrivono gli autori, i partecipanti che si sono autodefiniti eterosessuali, ma che hanno mostrato una propensione inespressa all'omosessualità maggiore, erano anche quelli con le maggiori probabilità di reagire con ostilità nei confronti dei gay in diversi modi, dall'approvazione di politiche anti-omosessuali alla richiesta di leggi punitive per i comportamenti gay: "Per chi vive in famiglie molto rigide e omofobiche palesare un orientamento sessuale minoritario puo' essere terribile - sottolinea l'esperta - quindi le persone sono più propense a sopprimere gli istinti e avere atteggiamenti ostili verso gli omossessuali".
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