Su "L'Espresso" n°35 del 01 Settembre 2011, questa settimana in edicola, un'approfondita inchiesta di Stefano Livadiotti fa luce sui privilegi e le esenzioni che lo Stato italiano riserva al Vaticano,in particolare per quel che riguarda il suo sterminato patrimonio immobiliare.
Il pass a prezzi scontati
Nel 2006 il Comune di Roma (peraltro a guida di centrosinistra) ha ceduto alle pressioni del Vaticano e ha concesso alle auto della Santa Sede e dei suoi dipendenti il pass per il centro al prezzo politico di 55 euro. Ai comuni mortali costa esattamente dieci volte di più. Ignoto il motivo per cui sia stato concesso questo prezzo politico, ma non stupisce in una città a cui da sempre manca il coraggio di imporre qualsiasi regola agli autobus dei turisti e dei 'pellegrini', per non urtare il Vaticano.
Un canone Rai molto speciale
E' quello che si applica (in base a un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico sui televisori installati fuori dagli appartamenti) agli apparecchi degli istituti religiosi: 185 euro e 10 centesimi per il 2009, meno della metà rispetto ai 370 euro e 17 centesimi richiesti ad affittacamere e campeggi a una o due stelle.
Cinquanta milioni di euro in acqua
Già nel servizio pubblicato nei giorni scorsi in questo sito si denunciava il fatto che il Vaticano non paga (misteriosamente) la bolletta dell'acqua. Può sembrare un problema da poco, invece dall'inchieesta dell'Espresso è emerso che gli ampi e rigogliosi giardini del Vaticano esigono evidentemente a un'innaffiatura abbondante, visto che lo Stato si è recentemente dovuto far carico di arretrati per oltre 50 milioni di euro. A spese dei contribuenti italiani, naturalmente.
Un'Ires su misura
Dall'inchiesta dell'espresso emerge anche che sono 998 le Opere pie e le società di mutuo soccorso che hanno beneficiato della riduzione dell'aliquota Ires (dal 33 al 16,5 per cento) per il 2006. Tutte insieme hanno risparmiato 12 milioni e 929 mila euro. I 133 ospedali che fanno capo al Vaticano hanno invece evitato di mettere mano al portafogli per 16 milioni e 899 euro.
E 40 mila euro all'Appennino Camerte
Nove milioni, 781 mila, 901 euro e 78 centesimi: è il totale dei contributi all'editoria incassati per il 2006 dai giornali che fanno capo alla Chiesa. Al primo posto nella classifica si piazza "Avvenire" (6.300.774 euro), seguito da "Famiglia Cristiana" , e fin qui ci può stare visto che si tratta di testate importanti, intelligenti e con un ampio seguito di lettori. Già qualche perplessità in più invece proviene dai contributi pubblici destinati a "Il Giornalino" (sempre della Periodici San Paolo e a quota 312 mila euro). Ma nell'elenco delle testate finanziate dallo stato ci sono anche "La Voce Isontina" (Arcidiocesi di Gorizia: 31.840 euro), "L'Aurora della Lomellina" (Diocesi di Vigevano: 45.197 euro), "L'Appennino Camerte" (Arcidiocesi di Camerino: 40.780 euro) e "Porziuncola Assisi" (altri 8.995 euro).
Fonte: L'Espresso
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