Luca e Gustav fanno colazione guardandosi negli occhi, passeggiano abbracciati, leggono a letto, ogni tanto litigano, poi tornano a scherzare, si amano. Per la prima volta la vita di una coppia gay è narrata nella sua quotidianità. Gustav Hofer e Luca Ragazzi, 33 e 39 anni, sono registi e protagonisti del film "Improvvisamente L'Inverno Scorso".
"Volevamo uscire dalla nostra bolla, intrecciare privato e politico", dice Gustav che lavora nella tivù franco-tedesca "ARTE" e da 10 anni vive a Roma con Luca, critico cinematografico e fotografo. "Sposarci? Certo, se potessimo, stiamo comprando casa, ma continuiamo a fare la crocetta sulla casella celibe". La vocazione alla stabilità, alla condivisione di vita, problemi e risorse in relazioni di lunga durata è ormai una tendenza diffusa (quasi il 46 per cento degli omo-bisessuali ha una relazione di coppia). Riflettori accesi sulla vita quotidiana, nota anche il New York Times, citando film come "The Kids Are Alright" (con la coppia lesbica Julianne Moore-Annette Bening), commedie e musical di Broadway, da "Next Fall" a "The Kid". "Magari arrivassimo alle nozze d'oro" esclama Orlando Dello Russo, che di anni vissuti con Bruno ne conta ben 45, festeggiati dalla gente di Pineto, paesino in provincia di Teramo. "Ora abbiamo conquistato tutti ma ne abbiamo passate di cotte e di crude" aggiunge raccontando un incontro fatale di due ventenni emigrati in Germania, il 31 gennaio del 1965, per non lasciarsi mai più, di nuovo in Italia, ad occuparsi del negozio di fiori e del "nipotino che si chiama Orlando come me e l'abbiamo praticamente allevato noi". Da Pineto a Manhattan, 45ª strada. Dale Lally e Stephen Laviska sono compagni di vita da 25 anni. "Nella nostra mente siamo sposati - dice Dale ricordando la "marriage cerimony" del 1985 - la scuola dove insegno è molto liberal. L'unico problema? Le tasse, non possiamo fare la dichiarazione congiunta".
"I rapporti duraturi, anche in coppie molto giovani, nel segno di una grande solidarietà reciproca, sono in crescita a dispetto di un quadro normativo che ignora questa evoluzione - osserva Paolo Patanè, catanese, neo presidente di Arcigay - "La fragilità era legata soprattutto alla paura, all'insicurezza. Ora aspettiamo la sentenza del 23 marzo quando la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla legittimità delle pubblicazioni matrimoniali da parte di coppie dello stesso sesso".
Negli Anni 70 e 80 i gay puntavano sulla libertà identificata nella moltiplicazione dei partner sessuali, oggi mettere su famiglia è diventato un valore, come nota Raffaele Lelleri, sociologo, autore di Modi Di, unica ricerca italiana approfondita sul tema dell’omosessualità. "Con l'età aumenta la tendenza a stare in coppia: tra le donne più della metà, già a 20 anni, sceglie una relazione fissa (51,7 per cento), mentre gli uomini si stabilizzano dopo i 40 (46,9 per cento)". "Il fenomeno è legato alla maggiore accettazione", commenta Maria Concetta Vaccaro, sociologa del Censis. "Rientra nella moltiplicazione dei modelli familiari. Curiosamente scelte di libertà come le convivenze hanno originato un desiderio di riconoscimento pubblico e regolarizzazione". Unioni di lunga durata, dove non di rado affiorano desideri di maternità e paternità. "E' una realtà ancora abbastanza sommersa - spiega Margherita Bottino, psicologa e sociologa, autrice di pubblicazioni sul tema delle famiglie omogenitoriali - l'invisibilità è legata anche a un istinto protettivo nei confronti dei figli, ma di fatto c'è un boom di padri gay che spesso scelgono percorsi all'estero, lunghi e costosi".
A tutt’oggi sono 250 le famiglie che hanno fatto coming out. Eccole le "Famiglie Arcobaleno", sodalizio creato 5 anni fa da Giuseppina Ladelfa, 47 anni, docente all'università di Salerno. Vive da 28 anni con la sua compagna Raffaelle, conosciuta a Lille sui banchi del liceo, e 7 anni fa è nata Lisa "una bambina strepitosa, serena, che si scoccia solo di dovere spiegare ogni volta come mai ha due mamme".
"Le nostre bimbe, di 8 e 11 anni, sono orgogliose della loro famiglia, composta da due mamme e un papà" racconta Annie Saltzman, 53 anni, musicista e cantante, che si è sposata nel Massachusetts con Micaela Pini, psicoterapeuta milanese, dopo 15 anni di convivenza. "Il padre è un amico americano che si occupa solo emotivamente delle figlie. Loro mi chiamano Ima, mamma in ebraico, mentre Micaela è mamma Michi. La scuola? Quando ho spiegato il problema, la preside mi ha risposto: meglio due mamme che una!".
Silvia Lipschitz, 58 anni, consulente turistica milanese, da 10 anni in coppia stabile con una donna, dopo un matrimonio etero, di figli non vuole nemmeno sentirne parlare. "Sono inserita in un ambiente aperto, mai avuto problemi, né con la famiglia d'origine, né al lavoro. Ma sono contraria al matrimonio in sé e credo che la scelta omosessuale sia una scelta di sessualità sterile".
Famiglie di tutti i colori, allargate alla Ozpetek, come quella di Matteo Ricci, 33 anni, attivista bolognese, che da 4 vive con Federico e altri due amici ("Ma emigreremo a Madrid per dare uno schiaffo all'Italia, unico Paese europeo insieme alla Grecia a non riconoscerci alcun diritto!") oppure "doppie coppie", come quella del medico milanese Nicola, 50 anni, padre biologico di due splendidi gemelli di 3 anni che condivide in grande armonia con Matteo, suo compagno da tre lustri e con la madre biologica, a sua volta in coppia con una donna ("Sono abituati a passare da una casa all’altra").
Fonte: Corriere della Sera di Domenica 14 Marzo 2010
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