I momenti retorici dei continui ricordi della Thatcher sono legati, molto probabilmente, alla lampante soggettività della memoria stessa che li evoca, dato che tutto ciò che lo spettatore vede e sente viene senza dubbio filtrato dalla percezione della severa statista (dall'ambiente ultramaschilista del Partito Conservatore o del Parlamento, fino agli episodi più ironici o lirici relativi al defunto marito). Tuttavia, nel complesso, a parte la recitazione incredibilmente camaleontica di Maryl Streep, The Iron Lady non emoziona fino in fondo, né dà adito a riflessioni particolarmente elaborate sui meccanismi o sulle necessità del potere. Almeno, non più e meglio di altre biografie politiche anche meno riuscite.
NOIOSO.
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