Nel processo per abuso di ufficio ha scelto, per la prima volta, di stargli pubblicamente accanto. E all’indomani dell’assoluzione Ed Testa, compagno italo-canadese del governatore della Puglia Nichi Vendola
, si racconta a Vanity Fair
(n°45 del 14 novembre 2012), che pubblica la lunga intervista nel numero in edicola da ieri questa settimana.
Come si è sentito, al processo, nel ruolo di «first lady»? «Preferisco
l’espressione 'first gentleman'. In passato ho sempre preteso il
rispetto più assoluto della mia riservatezza e della mia privacy. Ora
non ho più intenzione di nascondermi. Ogni volta che potrò, e ogni volta
che vorrò, sarò accanto a Nichi».
Come vi siete conosciuti?
«E'
stato un incontro del tutto casuale, in un bar della capitale in una
caldissima serata di inizio settembre. Abbiamo cominciato a
chiacchierare, Nichi si è subito offerto di accompagnarmi a scoprire
alcuni angoli incantati della vecchia Roma. Davvero una bella
passeggiata, non è mai più finita».
Oggi dove vivete?
«Nel
borgo antico di Terlizzi... Tutti sanno di noi, ma mai un episodio
spiacevole: siamo sempre accolti con grande cordialità. Il Sud Italia è
molto, molto più aperto di quanto non si immagini. Io e Nichi ci
sentiamo piuttosto discriminati da uno Stato che non riconosce i nostri
diritti, che quasi non ci vede, e che sembra troppo condizionato da una
classe dirigente ipocrita e arretrata».
Stiamo parlando di matrimoni gay?
«Parliamo di stessi diritti per tutti».
Anche di avere dei figli?
«Noi ne vorremmo più di uno».
Non ci dica che in casa Vendola parla come ai comizi.
«Per
me è sempre lo stesso Nichi. Spesso intona delle canzoncine che inventa
lì per lì, facendomi credere che si tratti di vecchie canzoni d’amore. E
io ci casco».
08 novembre 2012
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Caro Ed,
RispondiEliminami piacerebbe curarTi gratuitamente.
Io, Te ed una saldatore in una stanza chiusa .... qualche ora e ritorni etero !!