10 marzo 2009
NE' TACCHI E PIUME, NE' GIACCA E CRAVATTA: L'ALTERNATIVA GAY SI CHIAMA ROB HALFORD
Di Teodoro Scorcia:
Oggi appare a Milano il Metal God, come ha accettato di definirsi Rob Halford, utilizzando il "nomignolo" che milioni di fan gli hanno tributato oltre 30 anni fa, quando con la sua ugola capace davvero di tutto, doppi sensi compresi, il giovane e ancora capellone Rob "inventò" l'Heavy Metal. Un genere inspiegabilmente snobbato da tanti gay, particolarmente in Italia, che affonda le radici nel prog rock, attinge dalla scena glam e, grazie ai Judas Priest, il gruppo fondato da Rob Halford nel 1976, innesta definitivamente l'immaginario leather anni '50, tanto caro a Warhol, nella cultura giovanile. Pochi metallari 15enni di ieri e di oggi ricollegano la loro protesta a base di borchie, stivali e catene alla classica e manieristica esasperazione gay, ma Rob, da sempre gay conclamato, e dichiarato dal 1990 (in una trasmissione di MTV scandalizzò i gay di mezzo mondo, ma i fan lo sapevano già) mette d'accordo tutti: amatissimo dai cultori tanto del leather quanto del rock duro, imitatissimo da almeno 3 generazioni di cantanti, stimatissimo per il suo trasformismo (nella sua carriera solista è passato dal punk all'elettronica al garage).
Non manca ai Pride, non manca di ironia, e ha abbattuto uno dei muri più impervi, quello dell'apparente machismo rock, aprendo la strada a una nuova generazione di gay, nè allegramente colorata e eccessiva, nè tristemente grigia e reazionaria, ma aggressivamente lucida metallizzata: a chi vuole pregare un dio, consiglio il Metal God!
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C'è stato un periodo in cui ho ascoltato tanto heavy metal e pure i Judas Priest.
RispondiEliminaPer la serie... "Vanity Hair era lesbo".