26 aprile 2007

No, no, no! Ratzy non è gay!



Da GAY.tv:

Papa Benedetto XVI non è gay. Però ama i fiori, vive insieme ad un segretario bellissimo e appena eletto decide di cambiare la sartoria di Wojtyla. Ora indossa solo scarpe Prada e copricapo di ermellino. E odia i gay.
In "No, no, no! Ratzy non è gay", che esce il 12 maggio per Malatempora, Angelo Quattrocchi si è chiesto il perché.
Nel libro l’autore ripercorre la biografia di Ratzinger ma anche di altri papi, gay, di Santa Romana Chiesa. Ad esempio San Paolo di cui Andrew Priest, psicosociologo e antropologo contemporaneo, scrive: "La sua dottrina dell’espiazione porta il marchio dei suoi gusti sado-masochisti… Si ha anche motivo di pensare che fosse un omosessuale represso, e che razionalizzasse nell’inconscio questo suo orientamento sessuale che si è rivolto alla castità…".
Forse anche la repressione adolescenziale subita da Ratzy in quei tempi poveri e bui di una Baviera hitleriana è alla base della sua ossessione per il sesso. L’insistenza sulla castità, il rifiuto assoluto del matrimonio per i preti accettato ultimamente dagli anglicani, la dogmatica insistenza sulla famiglia indissolubile. Ma soprattutto l’omofobia che, nel 1986, in un attimo cancella lo spiraglio di luce che si era aperto nella millenaria condanna biblica nei confronti dei sodomiti.

Sì avete capito bene, uno spiraglio.

Il 29 dicembre 1975 Franjo Seper, predecessore di Ratzinger alla "Congregazione Per La Dottrina Della Fede", promulga un documento intitolato 'Dichiarazione su alcune questioni di etica sessuale'. Nel testo, contenuto nel libro e che riportiamo sotto, è percepibile la preoccupazione nei confronti dei costumi che si liberano ma anche la volontà di concedere qualcosa ai tempi che avanzano. Un filo di luce che durerà solo dieci anni durante i quali le donne hanno scoperto il femminismo e i gay se stessi in quella mitica notte a Stonewall. Poi nell’ottobre 1986 arriva il nostro piccolo inquisitore e subito produce la ‘Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali’. È l’atto iniziale della sua trentennale omofobia.
Ma cosa volete che sia un po’ di odio omofobico quando c’è l’amore! E in "
No, no, no! Ratzy non è gay" - con un capitolo dedicato a don Georg e uno al "coming out" sartoriale del Papa - Angelo Quattrocchi racconta con ironia la storia d’amore più top secret del momento.



DICHIARAZIONE SU ALCUNE QUESTIONI DI ETICA SESSUALE (1975)

"Ai nostri giorni, contro l’insegnamento costante del magistero e il senso morale del popolo cristiano, alcuni, fondandosi su osservazioni di ordine psicologico, hanno cominciato a giudicare con indulgenza, anzi a scusare del tutto, le relazioni omosessuali presso certi soggetti. Essi distinguono, e sembra non senza motivo (sic), tra omosessuali la cui tendenza, derivando da falsa educazione, da mancanza di evoluzione sessuale normale, da abitudine contratta, da cattivi esempi o da altre cause analoghe, è transitoria, o almeno non incurabile, e gli omosessuali che sono definitivamente tali per una specie di istinto innato o di costruzione patologica (sic) giudicata incurabile. Ora, per ciò che riguarda i soggetti di questa seconda categoria, alcuni concludono che la loro tendenza è a tal punto naturale da dover ritenere che essa giustifichi, in loro, relazioni omosessuali in una sincera comunione di vita e di amore analoga al matrimonio, in quanto essi si sentono incapaci di sopportare una vita solitaria. Certo, nell’azione pastorale questi omosessuali devono essere accolti con comprensione e sostenuti nella speranza di superare le loro difficoltà personali e il loro disadattamento sociale. La loro colpevolezza sarà giudicata con prudenza, ma non può essere usato nessun metodo pastorale che, ritenendo questi atti conformi alla condizione di quelle persone, accordi loro una giustificazione morale. Secondo l’ordine morale oggettivo (!), le relazioni omosessuali sono atti privi della loro regola essenziale e indispensabile. Esse sono condannate nella sacra scrittura come gravi depravazioni e presentate, anzi, come la funesta conseguenza di un rifiuto di Dio (la spiegazione di questa capriola logica la troverete altrove). Questo giudizio della scrittura non permette di concludere che tutti coloro i quali soffrono di questa anomalia ne siano personalmente responsabili, ma esso attesta che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati e che, in nessun caso, possono ricevere una qualche approvazione".



5 commenti:

  1. La papessa, ha ha ha :P

    Aspettiamo il giorno in cui si affaccerà in Piazza San Pietro e canterà I will survive.

    RispondiElimina
  2. ha ha ha ha nn vedo l'ora... sicuramente un giorno non lontano lo farà...:)

    RispondiElimina
  3. Speriamo non si metta a cantare anche "Don't Cry For Me Argentina", allora tutti i dubbi potrebbero essere svelati!

    RispondiElimina
  4. Uh signùr, hahahaha :DD

    Immagine azzeccatissima Giorgio ^^

    RispondiElimina
  5. "...Tont cray fo me Arr-centi-nee..."

    RispondiElimina