Sarà un visionario come il suo predecessore? Ce la farà a generare ancora prodotti innovativi e a spiazzare la concorrenza? Sono questi gli interrogativi che accompagnano l'esordio di Tim Cook, da poche ore balzato alla guida della più grande azienda tecnologica del mondo, la Apple, dopo le dimissioni di Steve Jobs, vero motore del successo della casa produttrice di iPhone e iPad.
Appassionato di calcio, fanatico del fitness, il nuovo amministratore delegato deve dimostrare a mezzo mondo di essere all'altezza dell'eredità raccolta e mostrare che il suo genio è capace di trainare l'azienda verso nuovi successi e il mantenimento della leadership, e soddisfare consumatori e investitori che vedono in Apple uno dei pionieri dell'informatica. E' in azienda dal 1998, Cook. Proveniva da Compaq, azienda concorrente produttrice di pc. Le persone che lo hanno conosciuto ed hanno lavorato con lui lo definiscono "brillante", "fenomenale", un manager che valorizza l'efficienza operativa tanto quanto il design. Il passaggio di mano intimorisce i mercati, forse, ma non certo la società. Se si defila Jobs, tra gli operatori esterni si fa spazio la sfiducia. Naturale, forse. Ma non avviene lo stesso in società.
Durante gli anni di relativo anonimato come n. 2 del co-fondatore di Apple, Cook ha già avuto la possibilità di testarsi come AD. "Tim è stato fatto amministratore delegato per qualche tempo e l'azienda ha avuto un enorme successo", ricorda oggi Colin Gillis, analista finanziario di BGC. "La vision e la road map resta intatta", peraltro. Nominato leader della gestione delle vendite nel 2000, nel 2004 Cook è balzato alla guida della divisione Mac. E dall'estate di quell'anno ha cominciato comincia ad assumere un ruolo di primissimo piano in azienda, non appena Jobs è stato costretto a ritirarsi momentaneamente a causa di una rara forma di cancro al pancreas.
Originario dell'Alabama, Cook ama la competizione pura, proprio come Jobs Ma ha dalla sua atteggiamenti pacati, ben distanti dalle sfuriate di cui si rendeva protagonista il precedessore. "Si sono completati l'uno con l'altro", commenta oggi il Guardian. E' un mattiniero, Cook. Comincia a lavorare alle 4 e 30 del mattino, fa palestra alle 5, mangia barrette energetiche. E' calmo e silenzioso. Recentemnte la rivista "OUT" lo ha nominato gay più potente degli States. Cook non ha però mai parlato pubblicamente della sua sessualità.
Fonte: Gay News
26 agosto 2011
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Sono stato Omo, ma quando vedo come gira i Lgbt, temo di tornare omofobiaco. Che mondo superficiale, totalmente acquisto al Nuovo Ordine Mondiale. la sessualità gay è sterile, ecco il drama maggiore.Me ne frego del ebreo Jobs che sta morendo o di questo gay detto più potente. Non signiofica niente ! la gente veramente potente sono gli ebrei come la famiglia Rothschild, Soros, Rockfeller...
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